BANCHE EUROPA - Non c'è il mercato comune, ma lo shopping è iniziato
Se Unicredit dovesse riuscire a prendersi Commerzban cambierebbero le carte in tavola anche per tutte le altre banche. Nuove fusioni potrebbero seguire a breve.

Fatto
L’impero latino sta per colpire in Germania. Nonostante le barriere nazionali siano alte, Unicredit è sempre più vicina a Commerzbank.
Roma sostiene le ambizioni espansionistiche di Andrea Orcel (indiscrezioni di stamattina del Messaggero sulla benedizione arrivata dal MEF) mentre a Francoforte qualcuno si prepara a resistere: sindacato e management di Commerzbank sono sulle barricate, come si evince dalle dichiarazioni della CFO Bettina Orklopp. Sempre da Francoforte, ma questa volta dal quartier generale della BCE, sono arrivate dichiarazioni che sembrano un via libera.
A Berlino non sanno da che parte stare. La parte più liberale del composito governo tedesco vuole lasciare spazio alle forze del mercato, verdi, ma soprattutto social democratici, non si possono permettere, per ragioni elettorali, di andare contro i sindacati, per cui, per il momento stanno in silenzio, più avanti si vedrà.
Certo è che se si dovesse arrivare a una qualche combinazione tra Unicredit e Commerzbank, “sarebbe un game changer per l’intero settore”, dice Jennifer Cook, European bank analyst di T. Rowe Price a Barron’s.
Il settimanale finanziario statunitense sta seguendo quello che suo avviso potrebbe essere il primo passo di un consolidamento del settore europeo.
Tanto per iniziare, se Unicredit dovesse riuscire a inglobare Commerzbank nella sua sussidiaria tedesca HypoVereinsbank, supererebbe di slancio un nome storico come Deutsche Bank. A seguire potrebbero esserci altre maxi operazioni, Kian Abouhossein, analista di JP Morgan fa due nomi, Société Générale in Francia e ABN Amro in Olanda.
Gli ostacoli comunque non mancano, quello più serio è la mancanza di un sistema unificato di assicurazione dei depositi. "Se ne discute da almeno 10 anni, con scarsi risultati", afferma Eoin Drea, senior researcher at the Wilfried Martens Centre for European Studie.
Secondo Andrew Stimpson, responsabile della ricerca sulle banche europee di Keefe, Bruyette & Woods, vale comunque la pena di comprare le banche anche se Unicredit non dovesse riuscire nell’impresa e anche se i tempi d’oro del rialzo dei tassi d'interesse sono passati. L’analista ritiene esagerati i timori di una perdita di qualità degli asset provocata dalla recessione: "Il rapporto debito/PIL dei clienti è in molti casi sostanzialmente inferiore a quello di 10 anni fa", afferma Stimpson. Tra le sue scelte nel settore, oltre a UniCredit, figurano Caixa Bank e Allied Irish Banks.
Anche se parecchie banche si sono raddoppiate o triplicate di prezzo negli ultimi due anni, secondo T. Rowe i loro multipli sono molto più bassi di quelli delle americane, inoltre, un po’ tutte, stanno elargendo a piene mani, denaro agli azionisti "Rispetto alle banche statunitensi, il punto di partenza è molto più economico e il rendimento è molto più interessante", conclude Jennifer Cook.
Effetto
Analisi Tecnica. Il quadro del settore bancario europeo resta saldamente rialzista, malgrado il brusco stop di inizio agosto, ed è sorretto dalla tren…
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