BANCHE ITALIANE - HSBC migliora la view / News sul Superbonus

L'indice Ftse delle banche italiane con un guadagno settimanale del +4,4% si è spinto sui massimi dal 2011.

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Fatto

L'indice Stoxx Banks delle banche europee ha terminato la settimana oltre la soglia dei 200 punti per la prima volta in nove anni.

L'indice Ftse delle banche italiane, con un guadagno settimanale del +4,4%, si è spinto sui massimi dal 2011.

Da inizio anno il rialzo del primo indice è del +19,20%, quello del secondo indice è del +39%. Entrambi si confrontano con il +8,8% registrato dall’indice Stoxx 600.

Stamattina HSBC ha rivisitato il settore bancario italiano, migliorando la sua view. Questi gli interventi sui target price:

Unicredit  passa da 39 a 43.5 euro;
Intesa  passa da 3.70 a 4.2 euro;
Banco BPM passa da 6.1 a 7.3 euro;
Mediobanca passa da 12.20 a 14.50;
Banco Generali passa da 35 a 40 euro;
FinecoBank passa da 15.60 a 17 euro;
Banca Mediolanum passa da 11 a 12 euro;
Anima passa da 5 a 5.60 euro;
BPER  passa da 5.20 to 6.50.

Per le banche italiane il tema caldo riguarda sempre la valanga dei crediti del Super Bonus 110%.

Il governo ha presentato venerdì sera l'emendamento che rende obbligatoriamente detraibili in 10 anni i crediti fiscali in ambito Superbonus con retroattività a partire da gennaio 2024.

Le banche che hanno acquistato crediti dovranno detrarli in sei rate annuali dal 2025, se il prezzo d'acquisto è inferiore al 75% dell'importo delle corrispondenti detrazioni.

Sempre dal 2025, banche e società finanziarie non potranno più compensare crediti d'imposta derivanti da bonus fiscali con contributi previdenziali, pena sanzioni.

E' prevista stamani in Abi una riunione tecnica dei rappresentanti delle principali banche per elaborare un documento in cui proporre soluzioni alternative all'emendamento governativo sul Superbonus, dice una fonte vicina al dossier confermando quando anticipato dal Messaggero.

Secondo il Messaggero in edicola oggi, le banche avrebbero circa 35 miliardi di crediti interessati dalla misura.

La parte più critica dell'emendamento, dice l'articolo, sarebbe quella che non consente più di compensare dal 2025 i crediti del Superbonus con i debiti verso l'Inps o l’Inail.

Oggi alle 13 scadono i termini per presentare emendamenti ed è attesa la mossa di Forza Italia, critica verso la misura proposta soprattutto per bocca del suo segretario e vicepremier Antonio Tajani, in particolare per quanto riguarda il tema della retroattività.

Sulla base di assunzioni ancora da verificare, gli analisti di Intermonte sono arrivati a queste conclusioni provvisorie.

Bper Banca dovrebbe detenere 6,3 miliardi di crediti da Super Bonus 110%, gli effetti della svalutazione, in termini di Net Present Value, sono pari a 504 milioni di euro, ovvero, poco più del 7% della capitalizzazione.

Poste italiane dovrebbe essere intorno a 4,5 miliardi di euro, traducibile in un effetto negativo di 360 milioni di euro, il 2,2% della capitalizzazione.

Lo stesso il Monte Paschi , che accuserebbe su 1600 milioni di euro di credito, una perdita di valore di 128 milioni di euro, il 2% della capitalizzazione.

Poco sotto la Banca Popolare di Sondrio : 900 milioni di crediti e 72 milioni di euro di effetto negativo (NPV), pari al 2% della capitalizzazione.

Intesa Sanpaolo , con 4,5 miliardi di euro di crediti da Super Bonus 110% ha una penalizzazione a livello di NPV di 1,04 miliardi, l’1,6% della capitalizzazione.

Banco BPM è a 1,5 miliardi di crediti e un effetto negativo di 120 milioni, 1,3% della capitalizzazione.

Per Unicredit , gli effetti sulla market Cap sono sotto l’1%.

Effetto

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