Ue in cerca di flessibilità per potenziare la spesa sulla difesa
I governi dell'Unione Europea stanno valutando di ampliare la definizione di investimenti nel settore della difesa per consentire un aumento della spesa

I governi dell'Unione Europea stanno considerando di ampliare la definizione di investimenti nel settore della difesa, per permettere un incremento della spesa pubblica senza incorrere in sanzioni per eccesso di deficit, come previsto dalle normative fiscali europee, secondo quanto riferito da alcuni funzionari.
Questa iniziativa si inserisce nel contesto del quarto anno di conflitto tra Russia e Ucraina, mentre l'ex presidente statunitense Donald Trump sollecita un aumento significativo della spesa militare in Europa, oltre il 2% del PIL stabilito dalla NATO.
Durante un recente vertice, i leader europei hanno convenuto di intensificare gli sforzi per rafforzare le difese contro la Russia e altre minacce, aumentando le risorse e colmando le lacune nelle capacità militari.
Un documento redatto dalla Polonia, attuale presidente di turno dell'UE, sottolinea che l'attuale visione degli investimenti per la difesa, limitata a mezzi militari come carri armati e aerei, è troppo restrittiva. Propone di considerare anche il sostegno a fabbriche di armi e munizioni, oltre a investimenti in infrastrutture militari e civili, come rifugi e spese per la difesa civile, come parte degli investimenti per la difesa. Questa nuova definizione è cruciale, poiché le normative europee sui bilanci e sul debito stabiliscono limiti al disavanzo pubblico e al debito, esentando i Paesi da sanzioni se l'eccesso di deficit è attribuibile alla spesa per la difesa.
Le regole prevedono anche un incremento graduale della spesa netta annuale per ogni governo dell'UE, con l'obiettivo di ridurre il debito pubblico nel lungo periodo.