Il Partito Popolare Europe sfida il divieto dei motori a combustione
Ha annunciato l'intenzione di contestare il divieto di vendita di nuovi veicoli a emissioni di CO2 previsto per il 2035

Il Partito Popolare Europeo (PPE), il principale gruppo politico del Parlamento dell'Unione Europea, ha annunciato l'intenzione di contestare il divieto di vendita di nuovi veicoli a emissioni di CO2 previsto per il 2035, durante la revisione del piano che avverrà quest'anno.
I sostenitori di questa misura, considerata cruciale per la strategia climatica europea nel settore automobilistico, la vedono come un passo necessario per promuovere la transizione verso una mobilità a basse emissioni.
Tuttavia, ci sono preoccupazioni che tale divieto possa danneggiare le case automobilistiche europee, già in difficoltà a causa di una domanda stagnante e della crescente concorrenza cinese.
La Commissione Europea, guidata dalla presidente Ursula von der Leyen, ha finora resistito alle richieste di modifica del divieto, sostenendo che esso offre certezza agli investimenti. Tuttavia, recentemente ha anticipato la revisione della politica, originariamente prevista per il 2026, concedendo alle case automobilistiche un periodo di tre anni, anziché uno, per adeguarsi ai limiti di emissione del 2025.
Qualsiasi cambiamento richiede una maggioranza nel Parlamento europeo e il supporto di un numero sufficiente di Stati membri.
L'Italia, la Repubblica Ceca e il partito del futuro cancelliere tedesco Friedrich Merz hanno espresso interesse a rivedere l'obiettivo del 2035, ma un alto diplomatico dell'UE ha indicato che, al momento, la maggior parte dei Paesi non è favorevole a modifiche.
Il PPE detiene 188 seggi su 720 nel Parlamento europeo, ma per apportare modifiche avrà bisogno del sostegno di altri gruppi.
I partiti di destra sono favorevoli a rivedere la politica del 2035, mentre socialisti e verdi si oppongono a qualsiasi attenuazione degli obiettivi di emissione, sostenendo che l'attenzione debba essere rivolta a supportare le case automobilistiche nella transizione verso i veicoli elettrici e nel recupero del ritardo rispetto ai concorrenti cinesi.
Mohammed Chahim, eurodeputato socialista, ha avvertito che la nostalgia per i veicoli tradizionali potrebbe ostacolare l'innovazione.