Tensioni commerciali e ritorno dei tassi bassi

La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina provoca un calo dei mercati e un aumento delle probabilità di tagli dei tassi da parte della Bce

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La sfida commerciale avviata da Donald Trump, che contrappone gli Stati Uniti al resto del mondo, continua a influenzare i mercati, nonostante alcune dinamiche siano già riflesse nei prezzi.

L'ansia per il rischio cresce in modo significativo dopo l'annuncio di Pechino, che ha deciso di rispondere alle azioni americane con una ritorsione: dal 10 aprile, tutte le importazioni di prodotti statunitensi subiranno un'imposta del 34%.

Questo si riflette nei mercati azionari, in forte calo, e nella discesa dei tassi sui titoli di Stato, con i rendimenti dei due anni italiani e tedeschi che raggiungono i minimi dal 2022.

Le probabilità di un taglio dei tassi da parte della Bce, già salite al 90% per aprile, ora toccano il 100% per i meeting di aprile e giugno, con un possibile terzo taglio di un quarto di punto entro la fine dell'anno.

Si prevede che il tasso sui depositi, attualmente al 2,5%, scenda a 1,75% entro dicembre.

Nella parte più breve della curva dei tassi, sostenuta da un surplus di liquidità di circa 2.800 miliardi di euro, poco dopo le 13 il tasso overnight è fissato a 2,525%, il tom/next a 2,535% e lo spot/next a 2,52%.


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