Quotazione oro e dollaro
Il dollaro mostra debolezza rispetto alle principali valute a causa dell'incertezza sui piani tariffari di Trump

Il dollaro continua a mostrare debolezza rispetto alle principali valute, rimanendo vicino ai minimi delle ultime due settimane.
L'incertezza sui piani tariffari di Donald Trump tiene i mercati in uno stato di attesa. Nella serata di ieri, Trump ha annunciato che la sua amministrazione sta valutando l'introduzione di una tariffa del 10% sui prodotti cinesi a partire dal 1° febbraio, mentre Messico e Canada potrebbero affrontare un'imposta del 25%. Inoltre, ha accennato a possibili dazi sulle importazioni dall'Europa, senza fornire ulteriori informazioni.
Queste dichiarazioni, pur creando preoccupazione, hanno portato l'indice del dollaro a iniziare la settimana con un calo dell'1,2%.
Ieri, il dollaro ha mostrato segni di stabilizzazione, chiudendo in leggero rialzo dopo che l'amministrazione ha rassicurato che eventuali nuovi dazi saranno applicati con cautela.
L'indice del dollaro, che misura la valuta rispetto a sei concorrenti principali, è sceso dello 0,1% a 107,96, rimanendo vicino al minimo di due settimane di 107,86.
Il dollaro ha guadagnato lo 0,13% a 155,7 yen, recuperando leggermente dal minimo mensile toccato ieri.
L'euro si attesta a 1,0432 dollari, avvicinandosi al massimo di due settimane, mentre la sterlina scivola a 1,235 dollari.
La valuta canadese rimane stabile a 1,4326 per dollaro, dopo una settimana di fluttuazioni.
Il peso messicano guadagna circa lo 0,2% a 20,572 per dollaro, mentre lo yuan scende leggermente a 7,275 per dollaro nelle contrattazioni offshore, dopo aver raggiunto il livello più alto dall'11 dicembre a 7,2530.
Oro sui massimi
Il prezzo dell'oro, considerato un bene rifugio, ha raggiunto il massimo degli ultimi tre mesi, sostenuto dall'incertezza legata alle politiche del presidente statunitense Trump e da un dollaro più debole.
Il prezzo dell'oro spot è aumentato dello 0,6%, toccando i 2.759,83 dollari l'oncia alle 09:41 GMT, avvicinandosi al picco record di 2.790,15 dollari registrato a ottobre.
Anche i futures sull'oro negli Stati Uniti sono saliti dello 0,4%, arrivando a 2.771,10 dollari.
Nel frattempo, l'argento spot ha visto un incremento dello 0,1%, attestandosi a 30,89 dollari, vicino al massimo mensile toccato il 16 gennaio.
Le politiche inflazionistiche di Trump potrebbero spingere la Federal Reserve a mantenere i tassi d'interesse elevati, riducendo l'appeal dell'oro come protezione contro l'inflazione. Secondo un sondaggio di Reuters, la Fed dovrebbe mantenere i tassi fermi il 29 gennaio.
Anche il platino e il palladio hanno registrato guadagni, rispettivamente dello 0,3% e dello 0,4%.