L'oro scende, aumentano i rendimenti

Il mercato attende i dati occupazionali per valutare le future decisioni della Federal Reserve.

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I prezzi dell'oro hanno registrato un calo giovedì, influenzati dall'aumento dei rendimenti dei Treasury statunitensi e da operazioni di presa di profitto, mentre l'attenzione del mercato si è spostata sui dati occupazionali per comprendere le future mosse della Federal Reserve.

Alle 09:42 ET (1442 GMT), il prezzo dell'oro spot è sceso dello 0,2% a 2.912,82 dollari l'oncia, dopo aver mostrato un trend positivo nelle ultime tre sedute.

Anche i futures sull'oro statunitense hanno subito una flessione dello 0,2%, attestandosi a 2.921,50 dollari.

I rendimenti dei Treasury a dieci anni hanno raggiunto un massimo settimanale, diminuendo l'attrattiva dell'oro, che ha comunque guadagnato oltre il 10% dall'inizio dell'anno, toccando un picco di 2.956,15 dollari il 24 febbraio.

Martedì, gli Stati Uniti hanno imposto dazi del 25% sulle importazioni da Messico e Canada, ma hanno esentato le case automobilistiche per un mese, a condizione che rispettino le normative sul commercio.

Tutti gli occhi sono puntati sul rapporto sui salari non agricoli in uscita venerdì, con previsioni di un incremento di 160.000 posti di lavoro a febbraio.

Dopo tre tagli dei tassi lo scorso anno, la Fed ha mantenuto i tassi stabili finora, ma le previsioni di mercato suggeriscono un possibile nuovo taglio a giugno.

Nonostante i segnali contrastanti, l'oro si mantiene vicino ai massimi recenti, con la possibilità di raggiungere i 3.000 dollari in un futuro prossimo.

Anche l'argento spot è sceso dello 0,4% a 32,50 dollari l'oncia, mentre il palladio è aumentato dello 0,9% a 950,50 dollari e il platino ha raggiunto i 971,88 dollari.