Petrolio in calo del 2% per le tensioni commerciali tra USA e Cina
Brent e il WTI che hanno toccato i minimi da cinque mesi

Martedì i prezzi del petrolio hanno registrato un calo superiore al 2% a causa dell'intensificarsi delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, le due maggiori economie mondiali.
L'Agenzia Internazionale dell'Energia ha segnalato un possibile aumento dell'offerta e una crescita della domanda più debole.
I futures sul Brent sono scesi di 1,46 dollari, pari al 2,3%, raggiungendo i 61,86 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate statunitense ha perso il 2,5%, scendendo a 58,03 dollari. Entrambi i contratti hanno toccato i minimi da cinque mesi.
Nella sessione precedente, il Brent aveva chiuso con un incremento dello 0,9%, mentre il WTI era salito dell'1%.
Il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Scott Bessent, ha confermato l'intenzione di Trump di incontrare Xi Jinping in Corea del Sud, nonostante le recenti tensioni legate ai dazi e ai controlli sulle esportazioni.
Martedì, Pechino ha imposto sanzioni a cinque filiali statunitensi della società sudcoreana Hanwha Ocean, mentre entrambi i paesi inizieranno a far pagare tariffe portuali aggiuntive alle compagnie di navigazione.
L'IEA ha previsto un surplus di petrolio nel mercato globale per il prossimo anno, fino a 4 milioni di barili al giorno, a causa dell'aumento della produzione da parte dei produttori OPEC+ e della domanda stagnante.
Nel suo rapporto mensile, l'OPEC ha adottato una visione meno pessimistica, affermando che il deficit di offerta si ridurrà nel 2026. I differenziali dei futures sul Brent e sul WTI hanno raggiunto i valori più bassi da mesi, suggerendo che gli investitori stanno guadagnando meno dalla vendita immediata di petrolio, poiché l'offerta a breve termine è considerata abbondante.