Piazza Affari in bilico attorno ai 30.000 punti

Pirelli in testa, Leonardo in calo

La Borsa di Milano si mantiene intorno alla parità senza trovare la forza necessaria per superare i 30.000 punti dell'indice Ftse Mib, nonostante li abbia raggiunti questa mattina per la prima volta dal giugno 2008.

Wall Street invia segnali di cautela, con i futures che prevedono un avvio debole in linea con la seduta negativa di ieri, che ha interrotto la continua salita della scorsa settimana.

Dopo gli acquisti di novembre, si sta verificando una rotazione sugli indici azionari sia in Europa che negli Stati Uniti, con acquisti selettivi nei settori che sono rimasti indietro, in attesa di maggiori informazioni sul fronte macroeconomico e sui tassi di interesse.

Nel pomeriggio, l'attenzione si sposta sui dati economici degli Stati Uniti, con il dato sulle posizioni lavorative aperte che precede i numeri sull'occupazione dell'Adp di domani e il tanto atteso rapporto sui non-farm payrolls di venerdì.

Alle 13:00, l'indice Ftse Mib registra una leggera flessione dello 0,08%, con volumi di scambio pari a 860 milioni di euro.

Tra i titoli in evidenza, spicca PIRELLI, in testa al Ftse Mib con un aumento del 3,6% e scambi vivaci, grazie alla promozione a "Buy" da parte di UBS, che prevede un potenziale aumento del titolo grazie a una combinazione positiva di migliori fondamentali e valutazioni sottostimate.

Nel settore dell'automotive, IVECO registra un aumento del 1,3% dopo aver ceduto le attività di distribuzione e vendita al dettaglio in Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca a Hedin Mobility Group. Questa notizia si aggiunge all'aggiudicazione di una gara per la fornitura di 140 autobus elettrici a QBuzz.

I titoli bancari sono deboli a causa di prese di profitto: BANCO BPM e BPER perdono l'1,4%, mentre MPS, che è stata molto gettonata di recente, perde lo 0,5%. Nel settore energetico, i titoli sono poco mossi, mentre in fondo al Ftse Mib si registra un pesante calo del 2% per LEONARDO. Fuori dal listino principale, UNIEURO brilla con un aumento del 6,9% dopo la chiusura dell'acquisizione di Covercare, l'operazione più importante nella storia del gruppo, che ha portato alcuni analisti a rivedere le stime sui risultati per il 2024.