Petrolio: Prezzi poco mossi tra timori per Cina e contrazione offerta USA

I prezzi del petrolio rimangono stabili mentre gli investitori valutano i timori legati all'economia cinese e la riduzione dell'offerta negli Stati Uniti.

I prezzi del petrolio rimangono stabili, con gli investitori che valutano i timori legati all'economia cinese da un lato e la riduzione dell'offerta negli Stati Uniti dall'altro. I contratti futures del Brent registrano un aumento di 19 centesimi a 84,70 dollari al barile alle 10:50 italiane, mentre il West Texas Intermediate statunitense (WTI) registra un aumento di 16 centesimi a 80,83 dollari al barile. Entrambi i principali indicatori hanno subito una perdita superiore all'1% nella sessione precedente, raggiungendo minimi dal 8 agosto.

L'economia cinese è al centro dell'attenzione dopo che i dati sulle vendite al dettaglio, la produzione industriale e gli investimenti hanno deluso le aspettative, alimentando i timori di un rallentamento più profondo e duraturo della crescita. Sia l'OPEC+ che l'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE) puntano sulla Cina, il principale importatore di petrolio al mondo, per stimolare la domanda di greggio nel resto del 2023. Negli Stati Uniti, le scorte di petrolio statunitensi sono diminuite di circa 6,2 milioni di barili la scorsa settimana, secondo i dati dell'American Petroleum Institute citati da fonti di mercato. Si tratta di una diminuzione molto più significativa rispetto alla flessione di 2,3 milioni stimata dagli analisti interpellati da Reuters. I dati sulle scorte dell'EIA sono attesi oggi. I tagli all'offerta da parte dell'Arabia Saudita e della Russia hanno spinto al rialzo i prezzi del petrolio nelle ultime sette settimane.