Petrolio in ripresa grazie alla domanda cinese e al deprezzamento del dollaro
I prezzi del petrolio hanno registrato una crescita venerdì, mettendo fine a una serie di perdite durata due settimane. L'ottimismo è dovuto alla prevista crescita della domanda energetica dalla Cina, il principale importatore di greggio al mondo, e al debole dollaro statunitense. I futures del Brent hanno registrato un aumento del 0,3%, equivalente a 20 centesimi, raggiungendo $75,87 al barile. Nel frattempo, il petrolio greggio statunitense del Texas occidentale ha registrato un aumento del 0,2%, equivalente a 16 centesimi, raggiungendo $70,78 al barile. Entrambi i punti di riferimento hanno registrato un aumento di circa il 3% nella sessione precedente. I dati pubblicati giovedì hanno mostrato che la capacità di raffinazione del petrolio della Cina è aumentata del 15,4% a maggio rispetto all'anno precedente, raggiungendo il secondo totale più alto mai registrato. Il CEO di Kuwait Petroleum Corp prevede che la domanda cinese di petrolio continuerà a salire costantemente nel secondo semestre del 2022. Nonostante questo quadro positivo, rimane la preoccupazione per l'incerto quadro economico dovuto alla scarsa crescita dell'output industriale e delle vendite al dettaglio cinesi a maggio, che non hanno soddisfatto le aspettative. I tagli volontari alla produzione di greggio imposti a maggio dall'OPEC e dai suoi alleati, così come i tagli dell'Arabia Saudita a luglio, dovrebbero continuare a sostenere i prezzi. Tuttavia, i recenti aumenti dei tassi d'interesse della Federal Reserve degli Stati Uniti e della Banca centrale europea potrebbero aumentare i costi di prestito per i consumatori, portando a una crescita economica più lenta e a una riduzione della domanda di petrolio.