Petrolio in rialzo per via dei tagli

I prezzi del petrolio sono aumentati martedì, recuperando parte delle perdite della giornata precedente. L'aumento è stato guidato dai tagli alla produzione da parte dei principali esportatori di petrolio, l'Arabia Saudita e la Russia, oltre a un dollaro più debole. I futures del Brent sono saliti di 31 centesimi, o dello 0,4%, a 78 dollari al barile, mentre il greggio statunitense West Texas Intermediate è aumentato di 35 centesimi, o dello 0,5%, a 73,34 dollari. Questi guadagni sono stati sostenuti dal calo del valore del dollaro statunitense, che ha reso il petrolio più accessibile per i detentori di altre valute e ha stimolato la domanda di petrolio.

L'analista Edward Moya di OANDA ha osservato che i prezzi del petrolio avevano raggiunto un livello stabile, e l'unico fattore che potrebbe interrompere ciò sarebbe se l'inflazione negli Stati Uniti diventasse eccessiva e la Federal Reserve fosse costretta a stringere l'economia, potenzialmente portando a una recessione. Tuttavia, ci sono state indicazioni che il ciclo attuale di rialzo della politica monetaria stava volgendo al termine, il che ha dato sollievo al mercato.

La decisione della Cina di fornire ulteriore supporto al settore immobiliare al fine di aumentare la fiducia ha giocato un ruolo nell'impennata dei prezzi del petrolio. L'analista Tina Teng di CMC Markets ha sottolineato che il mercato monitorerà attentamente i dati sui nuovi prestiti in yuan cinesi e sul saldo commerciale, nonché le cifre sull'inflazione negli Stati Uniti nei prossimi giorni.

Inoltre, i trader stavano anticipando la pubblicazione dei dati sugli stock di petrolio greggio degli Stati Uniti dall'American Petroleum Institute più avanti martedì. Gli analisti hanno previsto un aumento di 200.000 barili.