Petrolio in rialzo grazie agli stimoli in Cina

Instabilità in Medio Oriente e stimolo economico in Cina spingono il mercato

Un paesaggio urbano segnato da torri di perforazione e impianti di raffinazione.

Martedì, i prezzi del petrolio hanno registrato un incremento superiore all'1%, raggiungendo i livelli più elevati dall'inizio del mese, grazie all'instabilità in Medio Oriente e alle nuove misure di stimolo economico annunciate dalla Cina.

I futures sul Brent sono aumentati di 91 centesimi, pari all'1,3%, toccando i 71,98 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate statunitense ha visto un incremento simile, arrivando a 68,49 dollari.

Il mercato ha trovato sostegno nella dichiarazione del presidente Donald Trump, che ha promesso di continuare le operazioni contro i ribelli Houthi in Yemen, a meno che non cessino gli attacchi alle navi nel Mar Rosso.

Inoltre, gli attacchi aerei israeliani a Gaza hanno causato la morte di almeno 200 persone, secondo le autorità sanitarie palestinesi, segnando la fine di un lungo periodo di stallo su un cessate il fuoco.

La Cina ha presentato un piano per aumentare i redditi e fornire sussidi per l'infanzia, mentre la crescita delle vendite al dettaglio e degli investimenti in beni fissi ha superato le aspettative.

Inoltre, la produzione di petrolio in Cina è aumentata del 2,1% nei primi due mesi dell'anno, grazie a una nuova raffineria e ai viaggi per il Capodanno lunare.

Tuttavia, l'OCSE ha avvertito che le tariffe imposte da Trump potrebbero rallentare la crescita negli Stati Uniti, in Canada e in Messico, influenzando negativamente la domanda globale di energia.

In Venezuela, la compagnia statale PDVSA ha delineato piani per continuare la produzione e l'esportazione di petrolio, nonostante la scadenza della licenza di Chevron.

Infine, un'esplosione ha colpito il gasdotto Trans Niger, confermato dal suo proprietario, interrompendo il trasporto di circa 450.000 barili al giorno verso il terminal di Bonny.