Petrolio in calo, le quotazioni del 23 settembre 2025

L'accordo tra Iraq e Kurdistan riaccende preoccupazioni per l'eccesso di offerta

Piattaforma offshore, circondata da onde e attrezzature petrolifere.

Martedì, i prezzi del petrolio hanno registrato un calo per la quinta sessione consecutiva, influenzati da un accordo preliminare tra il governo iracheno e quello regionale curdo per riavviare un oleodotto, fattore che ha alimentato le preoccupazioni per un eccesso di offerta.

I futures del Brent sono scesi di 34 centesimi, pari allo 0,51%, a 66,23 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate statunitense ha perso 29 centesimi, ovvero lo 0,47%, attestandosi a 61,99 dollari al barile.

Negli ultimi cinque giorni, il Brent e il WTI sono scesi rispettivamente del 3% e del 4%.

 L'accordo tra i governi iracheno e curdo consentirà la ripresa delle esportazioni di circa 230.000 barili al giorno dall'Iraq, sospese da marzo 2023.

Il mercato globale del petrolio si prepara a un aumento dell'offerta e a una domanda in rallentamento, influenzata dalla rapida diffusione dei veicoli elettrici e dalle difficoltà economiche legate ai dazi statunitensi.

 


 Redazione

I giornalisti finanziari e gli analisti di Websim