Petrolio in calo, l'Arabia Saudita tagli i prezzi

Pesa anche l'aumento della produzione dell'OPEC, nonostante le tensioni geopolitiche in Medio Oriente

Una città prospera grazie all’industria petrolifera, tra sfide e opportunità.

I prezzi del petrolio sono scesi di oltre l'1% a causa dei forti tagli dei prezzi da parte del principale esportatore, l'Arabia Saudita, e dell'aumento della produzione dell'OPEC, fattori che compensano le preoccupazioni per l'escalation delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente.

Il Brent ha registrato un calo dello 0,93%, o 73 centesimi, a 78,03 dollari al barile alle 07:53 GMT dopo essere sceso di oltre l'1% nella sessione precedente, mentre i futures del West Texas Intermediate degli Stati Uniti hanno perso l'1,04%, o 77 centesimi, a 73,04 dollari al barile.

L'aumento dell'offerta e la concorrenza con i produttori hanno spinto l'Arabia Saudita domenica a ridurre il prezzo di vendita ufficiale (OSP) del suo petrolio Arab Light di punta in Asia al livello più basso degli ultimi 27 mesi. 

A compensare la pressione al rialzo sui prezzi derivante dalle preoccupazioni geopolitiche, la produzione dell'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) è aumentata di 70.000 barili al giorno (bpd) a dicembre, raggiungendo i 27,88 milioni di bpd, secondo un sondaggio Reuters.