Oro e petrolio, le quotazioni del 20 giugno 2025

Attesa di dettagli sui colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina e dei dati sull'inflazione americana

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Quotazione oro

Martedì, i prezzi dell'oro hanno registrato un lieve aumento, mentre gli investitori attendono maggiori dettagli sui colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina e si preparano a ricevere dati cruciali sull'inflazione americana, previsti per questa settimana.

Il prezzo dell'oro spot è salito dello 0,3% a 3.336,33 dollari l'oncia, dopo aver toccato un minimo di 3.301,54 dollari in precedenza. I futures sull'oro statunitensi sono aumentati dello 0,1% a 3.357,20 dollari.

I rappresentanti delle due maggiori economie mondiali hanno cercato di risolvere una disputa che si è intensificata, estendendo i colloqui commerciali a Londra.

Dopo l'imposizione di dazi reciproci ad aprile, i due paesi hanno concordato una pausa temporanea, portando un po' di sollievo ai mercati finanziari. Gli investitori sono ora in attesa dei dati sull'Indice dei Prezzi al Consumo, previsti per mercoledì, per valutare la direzione della politica della Fed. Il rapporto CPI sarà uno degli ultimi dati significativi prima della riunione della Fed del 17-18 giugno, dove si prevede che i tassi rimangano invariati.

Nel frattempo, l'argento ha mantenuto un prezzo stabile a 36,72 dollari l'oncia, vicino ai massimi di oltre 13 anni, mentre il platino è sceso dello 0,1% a 1.218,85 dollari, dopo aver raggiunto il livello più alto da maggio 2021. Il palladio ha perso l'1,4%, scendendo a 1.059,02 dollari. 

Petrolio, quotazioni oggi

Martedì, i prezzi del petrolio hanno continuato a salire, sostenuti dai colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina e da una diminuzione delle forniture di greggio saudita verso la Cina.

I futures del Brent sono aumentati di 23 centesimi, pari allo 0,3%, raggiungendo i 67,27 dollari al barile, avvicinandosi ai massimi dal 28 aprile.

Anche il greggio West Texas Intermediate degli Stati Uniti ha registrato un incremento di 17 centesimi, circa lo 0,3%, arrivando a 65,46 dollari, vicino ai picchi del 4 aprile.

I negoziati tra Stati Uniti e Cina proseguono a Londra, con l'obiettivo di ridurre le tensioni che si sono ampliate dai dazi ai minerali rari, rischiando di compromettere le catene di approvvigionamento globali e rallentare la crescita economica.

 Le preoccupazioni sulla domanda si sono attenuate grazie ai negoziati e a un rapporto positivo sull'occupazione negli Stati Uniti, mentre i rischi per l'offerta nordamericana derivano da incendi in Canada. Il presidente Trump ha dichiarato che i colloqui con la Cina stanno procedendo bene.

Un accordo commerciale potrebbe migliorare le prospettive economiche globali e aumentare la domanda di petrolio.

Sul fronte dell'offerta, le allocazioni per i raffinatori cinesi indicano che la compagnia petrolifera saudita Aramco prevede di spedire circa 47 milioni di barili in Cina a luglio, un milione in meno rispetto a giugno.

OPEC+, che produce circa la metà del petrolio mondiale, ha pianificato un incremento della produzione di 411.000 barili al giorno per luglio, cercando di allentare i tagli per il quarto mese consecutivo.

Nel frattempo, l'Iran ha annunciato che presenterà presto una controproposta per un accordo nucleare in risposta a un'offerta statunitense considerata "inaccettabile", mentre Trump ha ribadito che le due parti sono in disaccordo sulla questione dell'arricchimento dell'uranio in Iran.

L'Iran è il terzo produttore di OPEC e un allentamento delle sanzioni statunitensi consentirebbe al paese di esportare più petrolio, influenzando i prezzi globali.