Oro, dazi e inflazione sostengono la domanda
i dati sull'inflazione negli Stati Uniti hanno sostenuto il dollaro e alimentato aspettative di tagli ai tassi d'interesse

Giovedì, i prezzi dell'oro hanno registrato un lieve aumento, spinti dall'incertezza persistente riguardo ai dazi, che ha alimentato la domanda di beni rifugio.
Nel contempo, un dato sull'inflazione negli Stati Uniti inferiore alle attese ha sostenuto il dollaro, alimentando le aspettative di tagli ai tassi d'interesse.
L'oro spot è salito dello 0,1%, raggiungendo i 2.934,08 dollari l'oncia, mentre i futures sull'oro statunitense sono scesi dello 0,1% a 2.943,70 dollari.
I tassi d'inflazione più bassi offrono maggiore spazio alla Federal Reserve per ridurre i tassi, favorendo l'oro, che non rende interessi.
Recentemente, il presidente Trump ha innescato una guerra commerciale aumentando i dazi sulle merci cinesi al 20% e imponendo un nuovo dazio del 25% su quelle canadesi e messicane, per poi concedere un'esenzione temporanea.
Gli investitori attendono ora i dati sull'indice dei prezzi alla produzione (PPI) per ulteriori indicazioni sulla politica monetaria della Fed.
Nel frattempo, l'argento spot è sceso dello 0,8% a 32,97 dollari l'oncia, il platino ha perso lo 0,7% a 977,05 dollari e il palladio ha registrato un calo dello 0,5% a 943,72 dollari.