Non solo Bitcoin: perché Trump vuole nelle riserve altre criptovalute

Attori di peso come Coinbase e altre realtà interessate a spingere il mercato degli asset cripto hanno sostenuto la campagna del presidente americano, che ora non vuole deluderli

bitcoin_websim_2

Donald Trump è intenzionato ad avviare una riserva di criptovalute statunitense. Oltre alla più nota di tutte, Bitcoin, il presidente USA ha annunciato sul suo social, Truth, che saranno incluse anche Ethereum, XRP, SOL e ADA. E in molti si stanno chiedendo perché scegliere anche queste.

"La risposta è semplice: attori di peso come Coinbase e altre realtà interessate a spingere il mercato delle altcoin (ovvero le alternative a Bitcoin, ndr) hanno sostenuto la campagna di Trump. Questo spiega perché asset con una governance più centralizzata siano stati inseriti nella riserva strategica". E' l'opinione di Julian Liniger, Ceo di Relai, piattaforma svizzera per l'acquisto di Bitcoin che, grazie alla recente registrazione come VASP (necessaria per servizi crypto), opera ora anche in Italia.

"Fortunatamente, non sarà Trump in prima persona a gestire questa riserva - ha aggiunto Liniger - Il compito spetterà a David Sacks, un investitore che ha dimostrato di comprendere Bitcoin e che, con ogni probabilità, darà priorità all’unico asset che ha una reale utilità come riserva di valore a lungo termine".

Nigel Green, numero uno di deVere Group, specializzato nel wealth management, ha detto che "la decisione degli Stati Uniti" potrebbe "innescare una corsa globale all'adozione delle crypto, con Bitcoin che potrebbe raggiungere nuovi massimi storici entro la fine del 2025".

Non mancano le opinioni critiche. Per esempio, Vitaliy Katsenelson, Ceo di Investment Management Associates, ha affermato che "tale politica sarebbe molto pericolosa per gli USA". Questo perché "legare la nostra economia a un asset così volatile come Bitcoin potrebbe destabilizzare il nostro sistema finanziario".

AZIONI:

 Redazione

I giornalisti finanziari e gli analisti di Websim