Le tensioni geopolitiche scuotono i mercati finanziari
Attacco di Israele all'Iran fa scendere le borse globali, aumenta la "paura" a Wall Street, ma tensioni si attenuano.

Le borse globali hanno toccato un minimo di due mesi venerdì dopo l'attacco di Israele all'Iran che ha scatenato un afflusso verso obbligazioni e oro rifugio, facendo salire l'indice della "paura" di Wall Street ai livelli più alti da ottobre.
L'attacco di Israele al suolo iraniano è stato l'ultimo scambio di provocazioni tra i due acerrimi nemici, ma le perdite nei mercati si sono attenuate, facendo scendere i prezzi del petrolio e dell'oro prima dell'apertura di Wall Street, poiché l'Iran ha dichiarato di non avere piani per una immediata rappresaglia, negando che ci sia stato un attacco.
I futures degli indici azionari statunitensi erano in calo di circa lo 0,4%, senza dati rilevanti attesi prima dell'apertura della sessione.
Le valute rifugio come lo yen e il franco svizzero avevano inizialmente registrato un rialzo alla notizia dell'attacco, ma in seguito hanno ridotto i guadagni, mentre l'oro si apprestava a chiudere la quinta settimana consecutiva in rialzo.
I prezzi del petrolio erano saliti di 3 dollari al barile per il timore di una possibile interruzione dell'approvvigionamento di petrolio dal Medio Oriente, ma in seguito hanno iniziato a scendere poiché si attenuavano le paure di una grave escalation delle ostilità nel Medio Oriente.
I titoli del Tesoro statunitense hanno registrato un rialzo, facendo scendere i rendimenti del benchmark decennale al 4,5981%.
L'indice azionario MSCI All Country era in calo dello 0,38%, toccando il livello più debole da febbraio ma lontano dai minimi della giornata.
In Europa, l'indice STOXX delle 600 principali aziende era in calo dello 0,5%, raggiungendo il livello più basso da oltre un mese.