Le previsioni di borsa per il 2025, fra dazi, tassi e guerre

Da cosa saranno condizionati i mercati quest'anno? Come reagiranno alla politica di Trump? Vediamolo insieme

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Nel 2024, le borse hanno avuto un andamento complessivamente positivo. In Europa, l’indice Euro Stoxx 50 ha guadagnato circa il +9%.

La crescita di Wall Street è stata invece più sostanziosa, il NASDAQ Composite è salito +28,6%, grazie al boom dell'intelligenza artificiale, l'S&P500 del +23,3% e il Dow Jones Industrial del +13%.
 
Ma come si comporteranno le borse mondiali nel 2025? Quali fattori ne influenzeranno l’andamento? 

Effetto Trump sui mercati 

Il programma del neoeletto presidente Usa Donald Trump potrebbe influenzare significativamente l’andamento delle borse.
 
Il tycoon ha promesso la deregolamentazione dei mercati e l’introduzione di una politica fiscale molto più favorevole alle imprese.

Questi propositi sono piaciuti alle borse, che dalle elezioni di novembre 2024 hanno visto un andamento complessivamente positivo, (Il Nasdaq ha guadagnato circa il 4%) salvo gli ultimi giorni dell’anno.
 
Nello stesso mese, l’Indice Russell 2000, che include le piccole e medie imprese quotate a Wall Street, le principali beneficiarie degli sgravi, ha raggiuto un picco a 2.466 punti, portandosi sui livelli del novembre 2021. 

Dazi Usa, i rischi della guerra commerciale 

Trump ha inoltre annunciato l’introduzione di tariffe sulle merci provenienti da Cina, Canada, Messico ed Europa. Non è ancora nota, tuttavia, l’entità delle aliquote e il momento in cui le stesse entreranno effettivamente in vigore.
 
Gli analisti sembrano concordi nel ritenere i dazi dannosi per l’economia, anche per quella degli Stati Uniti. Infatti, bisogna calcolare la possibile introduzione di dazi di ritorsione, da parte dei Paesi colpiti, e il danno alle aziende interne che si riforniscono delle materie prime importate.
 
Secondo il World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale, l’imposizione dei dazi del 10% fra Usa, Europa e Cina potrebbe portare ad una riduzione del Pil globale di circa lo 0,6% nel 2027.
 
Per quanto riguarda l’Unione Europea, i dazi potrebbero gravare soprattutto su quei Paesi, come l’Italia e la Germania, che negli ultimi anni hanno fortemente intensificato le relazioni commerciali con gli Stati Uniti.
 
Bisogna inoltre considerare la debolezza della manifattura della zona Euro, come è emerso dagli ultimi dati. Anche per questo, l’imposizione di tariffe non sarebbe di certo un toccasana. A dicembre 2024, l'indice finale Pmi di S&P Global ha registrato un lieve calo a 45,1 punti (45,2 a novembre). Quel che più conta, però, è che dal 31 luglio 2022 il dato è rimasto sotto la soglia dei 50 punti che separa la crescita dalla contrazione.
 
L’introduzione dei dazi può innescare un pericoloso effetto inflazionistico, aspetto che si ricollega a sua volta ad un altro argomento fondamentale, quello dei tassi. 

Il taglio dei tassi 2025, prudenza di Fed e Bce 

Nell’ultima riunione di dicembre 2024, la FED ha abbassato il costo del denaro di 25 punti base al 4,25-4,50%, come previsto dal consensus. Tuttavia, il governatore Jerome Powell ha specificato che, per il 2025, ci saranno solo due tagli, per un totale dello 0,50%, frenando l’iniziale entusiasmo degli investitori. Powell ha infatti dichiarato che l’inflazione, pur essendo diminuita, è ancora lontana dall’obiettivo del 2%, che dovrebbe essere raggiunto solo a partire dalla fine del 2026. Anche il mercato del lavoro, che in Usa rimane solido, ha la sua influenza sulle decisioni della Fed.
 
L’istituto centrale vuole inoltre monitorare gli effetti sui prezzi della nuova politica commerciale di Trump, prima di avviare un ciclo di tagli più incisivo. “Possiamo essere più cauti nel valutare gli ulteriori aggiustamenti”, ha detto Powell durante una conferenza stampa.
 
Nello stesso mese, anche la Bce ha tagliato i tassi dello 0,25%. In quell’occasione, il presidente Christine Lagarde ha precisato che l’obiettivo di un’inflazione al 2% è raggiungibile e che l’istituto deciderà di volta in volta, sulla base dei dati. A differenza della Fed, la Bce non ha però comunicato un numero massimo di tagli. 

Guerra in Ucraina ed in Medio Oriente, influenza sulle borse

Dazi e tassi non saranno gli unici protagonisti del 2025. Anche i due conflitti in corso potranno influenzare sensibilmente l’andamento dei mercati. Quanto e come dipende anche dalla prevedibilità degli eventi che si verificheranno.
 
Un fatto negativo ma atteso in genere ha poche conseguenze sui mercati, mentre l’imprevisto o il verificarsi di un evento considerato altamente improbabile (il cosiddetto cigno nero) può generare notevoli turbolenze sulle borse

 

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Rosa Aimoni

Redattrice Finanziaria