Le borse scendono ma il dollaro si rinforza, ecco il perché
La divisa Usa viene vista come bene rifugio nei momenti di instabilità politica ed economica

I dazi Usa fanno tremare le Borse ma irrobustiscono il dollaro. Lunedì 3 febbraio 2025 il cambio con l’euro ha raggiunto un minimo di 1,014, il livello più basso dal novembre 2022.
Similmente, la divisa Usa si è rinforzata rispetto alle altre valute concorrenti. Sempre ieri, ha raggiunto un picco record contro lo yuan cinese nelle contrattazioni offshore, il suo massimo contro la valuta canadese dal 2003 e il livello più alto dal 2022 contro il peso messicano.
Gli effetti dei dazi sul dollaro
Il Presidente Donald Trump ha introdotto i dazi del 10% sulle merci cinesi, rinviando di trenta giorni quelli previsti contro Canada e Messico. La Cina ha risposto annunciando dazi di ritorsione del 10/15% sull’import dagli USA di beni energetici.
La sospensione dei dazi contro Canada e Messico sembra suggerire un intento negoziale da parte di Trump. Secondo questa visione, sostenuta da economisti come Marcus Widén di SEB, il presidente non vorrebbe davvero applicare i dazi, ma solo “minacciarne” l’introduzione per ottenere qualcosa in cambio.
In ogni caso, i dazi possono avere ricadute negative sia sui Paesi colpiti, sia su quelli che li applicano, perché innescano pericolosi effetti inflattivi. Rendono quindi l’economia più instabile, favorendo l’acquisto del dollaro in qualità di bene rifugio.
Tuttavia, vista la loro influenza sui prezzi, i dazi influenzano anche le decisioni della Fed.
La banca centrale tende a controllare il costo denaro per combattere l’inflazione e riportarla al target desiderato del 2% (in pratica, tassi più alti diminuiscono la liquidità presente nel mercato, frenando i consumi e quindi l’avanzata dei prezzi).
Lo scorso 29 gennaio, la Fed ha lasciato i tassi invariati, dopo averli tagliati di 25 punti base nella seduta di dicembre 2024.
Per il presidente Jerome Powell, è necessario valutare gli effetti della nuova politica di Trump sull’inflazione prima di applicare misure più espansive. "Non sappiamo cosa accadrà sui dazi, sull’immigrazione, sulla politica di bilancio e su quella regolatoria. Dobbiamo lasciare che queste politiche siano articolate prima di iniziare a fare valutazioni plausibili su quelle che potrebbero essere le implicazioni sull'economia", ha detto in quell’occasione. I tassi più alti spingono sempre al rialzo il dollaro.