La Groenlandia dice no a Trump

Il partito di centrodestra vince le elezioni

Parete a mattoni su cui è proiettata l'immagine di Trump mentre fa un comizio.

Sulla Groenlandia si è concentrata l’attenzione mondiale da quando il Presidente Usa Donald Trump ha accampato pretese su quella terra, ricca di materie prime fondamentali, come le terre rare. Tuttavia, come evidenziano gli ultimi risultati elettorali, agli Inuit non piace l’idea di essere annessi agli Stati Uniti. 

Con il 30% dei voti favorevoli, il partito di centro destra, denominato Demokraatit e guidato dal trentenne Jens-Frederik Nielsen, ha vinto le ultime elezioni scalzando la formazione dell’attuale premier Múte Egede, che ha ottenuto solo il 21%. 

Gli abitanti della Groenlandia, attualmente provincia della Danimarca, puntano quindi alla totale autonomia, anche se in maniera “graduale”. Al contrario, Narelak, il partito arrivato al secondo posto con il 24,5% dei voti, si era dichiarato favorevole ad un’indipendenza immediata. 
In un futuro non prossimo, ma nemmeno troppo lontano, in Groenlandia potrebbe quindi svolgersi un referendum su questo tema. 

Chissà se, una volta affrancata completamente dalla Danimarca, la Groenlandia riuscirà a difendere e mantenere la sua sovranità. Per molti, questa nuova condizione la renderebbe ancora più suscettibile agli attacchi del tycoon. 

Perché Trump vuole la Groenlandia

La Groenlandia possiede svariate materie prime, come terre rare, uranio, petrolio, gas, oro e rubini.

Le terre rare sono elementi chimici impiegati in svariati ambiti industriali. Per esempio, nella produzione di elettrodomestici di largo consumo (come smartphone, e tablet), nell’ambito della difesa (realizzazione di sistemi satellitari e radar), nella transizione energetica (motori elettrici, ibridi, turbine eoliche). 

In questa immensa area geografica situata fra l’oceano Atlantico e Artico, sono presenti 25 delle 34 materie prime ritenute dalla Commissione Europea fondamentali per lo sviluppo economico. 

La Cina fornisce il 90% della produzione globale di terre rare, l’intento di Trump è quindi quello di svincolarsi completamente da Pechino.

La Groenlandia fa gola anche per la sua posizione geografica. Lo scioglimento dei ghiacci, oltre a garantire una più facile estrazione delle materie prime, sta facendo emergere nuove rotte navali, che permettono l’accorciamento delle distanze a livello globale.
 


Rosa Aimoni

Redattrice Finanziaria