L'inflazione nell'Eurozona sale al +2,2%
Messaggio a sostegno della sospensione dei tagli dei tassi da parte della BCE

L'inflazione nell'Eurozona è salita al 2,2% annuo a novembre dal 2,1% di ottobre, leggermente al di sopra del consenso del 2,1% e in linea con le previsioni pre-pubblicazione di Goldman Sachs e Crédit Agricole.
I dati rafforzano le aspettative che la BCE manterrà stabile la politica monetaria il 18 dicembre. Il dato principale è stato sostenuto da un'inflazione dei servizi ancora elevata al 3,5%, mentre i prezzi dell'energia sono scesi dello 0,5% a causa del calo di gas naturale e petrolio.
L'inflazione di fondo si è mantenuta al 2,4%, in linea con le aspettative e riflettendo le forti pressioni interne nonostante la debolezza dei prezzi dei beni durevoli.
I beni industriali non energetici sono aumentati di un modesto 0,6%, mostrando finora un impatto limitato delle esportazioni cinesi.
I dati sono sostanzialmente coerenti con la fiducia dei funzionari della BCE che l'inflazione sia su un percorso discendente sostenuto. I mercati ora non assegnano quasi nessuna possibilità di un taglio a dicembre e solo una probabilità del 25% circa di un allentamento nel 2026.
Gli analisti, tuttavia, segnalano un probabile calo al di sotto del 2% all'inizio del prossimo anno, a causa degli effetti di base del settore energetico.
Gli analisti prevedono un calo dell'inflazione di fondo all'1,9% entro la fine del 2026, con un'inflazione complessiva al di sotto del target per tutto il 2026-27, con la normalizzazione dei salari e l'allentamento dei dazi.
