Italia cerca soluzioni per aumentare la spesa per la difesa
L'Italia sta considerando di includere la guardia costiera e i servizi di polizia nel bilancio della difesa per aumentare le spese per la sicurezza e avvicinarsi all'obiettivo del 2% del PIL

L'Italia sta valutando la possibilità di includere i servizi di polizia e la guardia costiera nel proprio bilancio per la difesa, con l'intento di incrementare rapidamente le spese per la sicurezza, in risposta a un obiettivo della Nato che risulta difficile da raggiungere.
Questa strategia, definita da un ex rappresentante italiano presso la Nato come poco convenzionale, non infrangerebbe necessariamente le normative dell'alleanza.
Le difficoltà dei Paesi membri nel soddisfare le richieste del presidente statunitense Donald Trump per un aumento della spesa militare sono evidenti.
Secondo le stime della Nato, il bilancio della difesa italiano per il 2024 si attesta all'1,49% del PIL, ben al di sotto del 2% richiesto, obiettivo che Trump vorrebbe portare addirittura al 5%.
Fonti governative anonime hanno rivelato che la premier Giorgia Meloni potrebbe considerare di includere la guardia costiera e alcune forze di polizia nel bilancio della difesa, avvicinandosi così al target del 2% senza necessità di nuovi investimenti. Tuttavia, qualsiasi decisione richiederebbe l'approvazione del Consiglio dei Ministri, e non è chiaro quando si discuterà la questione.
La Nato non ha fornito commenti in merito, mentre il ministero della Difesa ha dichiarato di non avere informazioni.
Secondo una nota sul sito della Nato, la guardia costiera e la polizia possono essere incluse nella spesa per la difesa, ma solo se addestrate e equipaggiate per operazioni militari.
Stefano Stefanini, ex ambasciatore italiano presso la Nato, ha affermato che non ha notato iniziative simili da parte di altri Paesi, ma crede che questa proposta potrebbe essere accettata. Ha sottolineato che, data la crescente preoccupazione per l'immigrazione clandestina, c'è una logica dietro a tale iniziativa.
La Commissione europea ha suggerito che i 27 Stati membri dell'UE possano aumentare la spesa militare dell'1,5% del PIL annualmente per quattro anni senza incorrere in sanzioni, mentre si affrontano le minacce russe.
Tuttavia, il debito pubblico italiano, che si avvicina al 138% del PIL, limita le opzioni di Roma e ha spinto il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, a proporre un sistema di garanzia comune per finanziare tali spese, riducendo l'impatto sui bilanci nazionali.
La questione della difesa è delicata in Italia: un recente sondaggio ha rivelato che quasi il 40% della popolazione è contrario all'iniziativa della Commissione europea di riarmare l'UE, mentre meno del 30% si dichiara favorevole.