I prezzi del petrolio si stabilizzano nonostante le incertezze economiche e i tagli all'offerta

I prezzi del petrolio hanno registrato un aumento martedì a causa della considerazione di tagli all'offerta per agosto da parte dei principali esportatori Arabia Saudita e Russia, tenendo conto dell'incerta prospettiva economica globale. I futures del Brent hanno registrato un aumento dello 0,42%, equivalente a 32 centesimi, raggiungendo i 75,73 dollari al barile alle 08:05 GMT. Allo stesso modo, il petrolio greggio statunitense West Texas Intermediate ha raggiunto i 70,96 dollari al barile, aumentando dello 0,45% o 32 centesimi. L'Arabia Saudita ha annunciato lunedì la sua decisione di estendere la sua riduzione volontaria della produzione di 1 milione di barili al giorno (bpd) fino ad agosto. Inoltre, Russia e Algeria si sono offerte di ridurre la loro produzione e i livelli di esportazione rispettivamente di 500.000 bpd e 20.000 bpd per lo stesso periodo. Secondo l'analista di PVM Tamas Varga, se queste riduzioni saranno completamente implementate, si verificherà una diminuzione combinata di 5,36 milioni di bpd rispetto ai livelli di agosto 2022. Tuttavia, nonostante un'iniziale impennata, i benchmark del petrolio si sono stabilizzati a circa l'1% nella sessione precedente a causa di una prospettiva macroeconomica cupa. Sondaggi aziendali hanno rivelato una diminuzione dell'attività manifatturiera globale a causa della debole domanda in Cina, Europa e Stati Uniti. Inoltre, la produzione manifatturiera statunitense è diminuita ulteriormente a giugno, raggiungendo livelli osservati per l'ultima volta durante la prima ondata della pandemia da COVID-19. Alcuni analisti ritengono che questa incertezza generale offuscherà gli sforzi dell'OPEC+ per ridurre l'offerta. Gli analisti di Eurasia Group hanno anche indicato che, unito alle aspettative di tassi di interesse più alti negli Stati Uniti e alle preoccupazioni per una potenziale recessione nell'UE, questi fattori continueranno a esercitare pressione sui mercati. Naeem Aslam, Chief Investment Officer di Zaye Capital Markets, ha dichiarato che nonostante gli sforzi compiuti da Arabia Saudita e Russia, è improbabile che i prezzi del petrolio superino nuovamente la soglia dei 90 dollari e che è più probabile che si consolidino all'interno della fascia di prezzo compresa tra 65 e 70 dollari. Martedì i mercati statunitensi saranno chiusi in occasione della festa dell'Indipendenza.