Dollaro in calo dopo le dichiarazioni di Trump sui dazi
Il dollaro statunitense è sceso dopo che Donald Trump ha annunciato che non imporrà dazi doganali al suo insediamento

Il dollaro statunitense ha continuato a scendere dopo che il presidente eletto Donald Trump ha dichiarato che non imporrà dazi doganali al suo insediamento, previsto per il pomeriggio.
Secondo il Wall Street Journal, Trump pubblicherà lunedì un ampio memorandum commerciale che non prevede nuovi dazi per il suo primo giorno in carica.
La liquidità nei mercati è ridotta a causa della chiusura per la festività di Martin Luther King Jr.
L'indice del dollaro, che confronta la valuta americana con sei valute principali, è sceso dell'1,01% a 108,21, dopo aver toccato un massimo di 26 mesi a 110,17.
Dalla vittoria di Trump a novembre, il dollaro è aumentato del 4%, poiché gli operatori prevedono che le sue politiche stimoleranno crescita e inflazione.
L'attenzione degli investitori è rivolta alle misure che Trump adotterà il primo giorno di presidenza.
Durante un comizio domenicale, Trump ha annunciato severe restrizioni sull'immigrazione.
Alcuni analisti si aspettano che Trump invochi l'International Emergency Economic Powers Act (IEEPA), una legge federale che consente al presidente di regolare le transazioni economiche in risposta a minacce straordinarie.
Oltre ai dazi, l'immigrazione e le riduzioni fiscali saranno al centro dell'attenzione del mercato.
L'euro è salito dell'1,2% a 1,0398 dollari, dopo aver toccato un minimo di due anni a 1,0177 dollari.
Nel frattempo, dati sull'inflazione più deboli negli Stati Uniti e la prospettiva di tagli ai tassi da parte della Federal Reserve hanno recentemente sostenuto gli asset rischiosi, incluso il Bitcoin, che ha raggiunto un massimo storico di 109.071,86 dollari, per poi attestarsi a 107.120 dollari con un incremento del 4,2%.
Trump ha promesso di essere un "presidente crypto" e si prevede che emetta ordini esecutivi per promuovere l'adozione delle criptovalute. Alcuni analisti temono che eventuali ritardi nell'attuazione delle misure da parte dell'amministrazione statunitense possano innescare una reazione di "vendita alla notizia", compromettendo il momento positivo.
Lo yen giapponese si è attestato a 155,65 per dollaro, in aumento dello 0,42%, mentre la Banca del Giappone potrebbe aumentare il tasso d'interesse di politica monetaria questa settimana, a meno di shock di mercato.
Gli investitori si concentreranno sulle indicazioni riguardanti le prospettive sui tassi, con i mercati monetari che prezzano un'80% di probabilità di un aumento di 25 punti base e 50 punti entro la fine dell'anno.
Lo yuan cinese è salito lunedì al suo massimo contro il dollaro dal 3 gennaio, sostenuto da una conversazione amichevole tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping e da dati economici del quarto trimestre migliori del previsto.
Lo yuan offshore ha raggiunto 7,2777 per dollaro, il livello più alto da metà dicembre, con un incremento dello 0,86%. Ha sovraperformato la maggior parte delle valute concorrenti dopo le elezioni statunitensi, nonostante le aspettative di forti dazi americani, poiché la Banca Popolare Cinese ha continuato a lavorare per mantenere la stabilità della valuta.