DeepSeek, l'AI cinese che cambia le regole del gioco
DeepSeek, la nuova startup cinese, propone un modello di intelligenza artificiale open-source, competitivo rispetto a GPT ma con costi ridotti. Quali sono le sue caratteristiche? E quali implicazioni per l’Europa?
Nel mondo dell’intelligenza artificiale, una nuova realtà sta facendo parlare di sé: DeepSeek, una startup cinese che promette di competere con i giganti americani grazie a un modello di AI altamente efficiente ed economico. In questa intervista, Paolo Costa, fondatore di Spindox, azienda italiana specializzata in AI, analizza le potenzialità di DeepSeek, il contesto tecnologico e le possibili implicazioni economiche e strategiche a livello globale.
DeepSeek: un’alternativa a basso costo ai colossi dell’AI
Un codice open-source per maggiore trasparenza
Uno dei punti di forza di DeepSeek è la sua architettura open-source, a differenza di GPT di OpenAI, il cui codice rimane chiuso. Questo permette una maggiore ispezionabilità, anche se resta l’incognita dell’opacità tipica delle aziende cinesi.
Tecnologie note, ma con efficienza superiore
DeepSeek non introduce innovazioni radicali, ma sfrutta tecnologie già conosciute con un’ottimizzazione che riduce drasticamente i costi computazionali. Tra queste, spicca il paradigma Mixture of Experts, che consente di attivare solo un sottoinsieme dei parametri del modello per ogni token, migliorando l’efficienza.
Un modello comparabile a GPT-4
Il modello DeepSeek L1 ha 650 miliardi di parametri, una dimensione paragonabile a quella di GPT-4, che secondo le stime oscilla tra i 500 e i 1500 miliardi di parametri. Tuttavia, grazie alla sua struttura ottimizzata, DeepSeek richiede meno risorse computazionali e consuma meno energia.
L’ottimizzazione delle risorse: una priorità per il futuro dell’AI
L’uscita di DeepSeek ha sollevato il dibattito sulla sostenibilità dell’attuale corsa alla potenza computazionale. L’AI generativa sta diventando sempre più costosa, mettendo in discussione il modello economico dei big player. Spindox, ad esempio, lavora su soluzioni più sostenibili, puntando su:
- Ottimizzazione algoritmica, per ridurre il costo computazionale a parità di prestazioni.
- Efficientamento dell’addestramento dei modelli.
- Architetture on-premise, per ridurre la dipendenza dai data center centralizzati.
Europa: spettatrice o protagonista nella sfida AI?
Mentre Cina e Stati Uniti si sfidano sul terreno dell’AI, l’Europa sembra ancora assente dalla partita. Secondo Costa, la UE avrebbe potuto sviluppare tecnologie proprie, ma ha preferito adottare un approccio più passivo, basandosi su strumenti americani o cinesi. L’unica possibilità di competere passa per un massiccio investimento in infrastrutture e ricerca.
I dati come risorsa chiave
Secondo Costa, l’elemento più critico per l’Europa non è tanto la tecnologia quanto la gestione dei dati. Le aziende europee rischiano di dipendere da piattaforme americane o cinesi, cedendo dati strategici senza adeguate tutele.
Il quantum computing: la vera rivoluzione in arrivo?
Secondo Costa, il futuro dell’AI non sarà segnato da modelli sempre più grandi, ma dal calcolo quantistico, che potrebbe riscrivere completamente le regole del gioco. Molti algoritmi attuali non saranno più utilizzabili e servirà una nuova generazione di software quantum-ready.
Il ruolo dell'Italia: tra ricerca e nuove applicazioni
Progetti di ricerca e innovazione
Spindox è coinvolta in progetti con l’Università di Padova e altri centri europei per sviluppare tecnologie avanzate. Anche il CINECA di Bologna sta lavorando su nuove soluzioni quantistiche.
Applicazioni industriali dell’AI
L’AI non è solo ricerca, ma anche applicazione concreta. Spindox ha realizzato per Intercos un sistema che genera automaticamente documentazione di marketing in otto lingue, basato su tecnologie OpenAI.
L’AI e l’occupazione: un rischio o un’opportunità?
Molti temono che l’AI possa sostituire il lavoro umano. Secondo Costa, il rischio maggiore non è la perdita di posti di lavoro, ma il cambiamento delle competenze richieste. I lavoratori dovranno adattarsi e aggiornarsi costantemente per rimanere competitivi.
“L’importante è restare umani, non farci sostituire dalle macchine” – Paolo Costa
In conclusione l’arrivo di DeepSeek segna una nuova fase della competizione globale nell’AI. Con costi ridotti e un’architettura efficiente, il modello cinese potrebbe rimettere in discussione il dominio americano. L’Europa, ancora in ritardo, deve decidere se investire seriamente nel settore o rimanere spettatrice. Nel frattempo, il futuro si avvicina: il quantum computing potrebbe essere il vero game-changer dell’AI nei prossimi anni. La partita è appena iniziata.