Dazi Usa: l'Italia a rischio di un punto di Pil in meno entro il 2027

I dazi statunitensi potrebbero ridurre la crescita economica dell'Italia fino a un punto percentuale entro il 2027

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I dazi imposti dagli Stati Uniti e le possibili contromisure potrebbero influenzare negativamente la crescita economica dell'Italia, riducendola fino a un punto percentuale tra il 2023 e il 2027.

Questa previsione è stata fornita da Scope Ratings, che ha analizzato uno scenario in cui i dazi sulle importazioni europee raggiungono il 20% e quelli sulle merci cinesi il 125%.

In tale contesto, si stima un rallentamento della crescita italiana compreso tra 0,5 e 1 punto percentuale entro il 2027.

Recentemente, il governo italiano ha rivisto al ribasso le stime di crescita del PIL, portandole allo 0,6%, rispetto all'1,2% previsto a settembre, un trend condiviso da diverse istituzioni, tra cui Banca d'Italia.

Scope Ratings, che rivedrà il rating dell'Italia il 23 maggio, aveva previsto a dicembre una crescita dell'0,9% per quest'anno e dell'1,1% per il prossimo.

Con un surplus di 39 miliardi di euro nel commercio con gli Stati Uniti, l'Italia risulta particolarmente vulnerabile ai dazi.

Nonostante la resilienza economica post-pandemia, l'agenzia avverte che l'Italia è tra i paesi europei più esposti a una guerra commerciale prolungata, data la sua forte interazione commerciale con gli Usa.

Per affrontare questa situazione, Scope Ratings esorta il governo italiano a utilizzare in modo efficace i fondi europei, che sono cruciali in un contesto globale instabile.

Finora, l'Italia ha ricevuto circa 122 miliardi dei 195 miliardi disponibili, ma ne ha spesi solo 58,6.

L'agenzia prevede che la maggior parte di questi fondi sarà impiegata entro la fine del 2026, ma l'impatto del "Recovery plan" si estenderà su un periodo più lungo del previsto. Inoltre, la crescita futura potrebbe trarre vantaggio dall'attuazione di riforme nel sistema giudiziario, nella concorrenza e nella pubblica amministrazione.