Bce, atteso oggi un altro taglio ai tassi
L’introduzione dei dazi di Trump ha spinto gli esperti a scommettere su una politica più espansiva da parte della Bce

La Banca Centrale Europea dovrebbe tagliare i tassi di 25 punti base nella riunione di oggi giovedì 17 aprile 2025, portando quello sui depositi al 2,25% e quello Repo (principale) al 2,4%. È il parere della maggioranza degli analisti.
L’introduzione dei dazi di Trump ha spinto gli esperti a scommettere su una politica più espansiva da parte della Bce, anche se le tariffe stimolano l’inflazione. Infatti, l’attenzione dei banchieri di Francoforte dovrebbe concentrarsi soprattutto sul possibile rallentamento dell’economia, uno degli effetti collaterali dei dazi.
Queste preoccupazioni permangono anche se Trump ha da poco annunciato una provvisoria sospensione dei dazi di 90 giorni verso la maggioranza dei Paesi partner, esclusa la Cina.
Secondo Sylvain Broyer, economista di S&P, quest’anno la Bce limerà i tassi due volte, una giovedì prossimo, l’altra a giugno. Solo alla fine del 2026 l’istituito potrebbe iniziare ad alzare i tassi in presenza di due fattori: piena occupazione e massicci programmi di stimolo, come quello annunciato in Germania.
Dello stesso avviso è François Villeroy de Galhau, membro del consiglio direttivo della Bce. In una recente intervista a Le Monde, ha dichiarato che i dazi giustificano un taglio dei tassi a breve termine, in quanto avranno un impatto “non trascurabile sulla nostra economia”. Secondo l’economista, a differenza degli Stati Uniti, in Europa il percorso della disinflazione è già avviato. Inoltre, l’apprezzamento dell’euro, causato dai dazi, conterrà le pressioni inflazionistiche: “C’è ancora spazio per tagliare i tassi, e dobbiamo decidere di farlo con un pragmatismo agile: pragmatico perché basato sui dati economici e agile perché dobbiamo agire con la necessaria rapidità. I cambiamenti dal 2 aprile in poi giustificano in effetti un taglio a breve".
Anche gli analisti di DWS propendono per un taglio dei tassi giovedì, proprio in virtù dei maggiori rischi che gravano sull’economia, come sostiene Ulrike Kastens. La crescita dell’inflazione dovuta ai dazi, abbinata ai programmi di stimolo, potrà essere ampiamente compensata dal calo dei prezzi del petrolio e dalla maggiore offerta di merci, prima indirizzate agli Stati Uniti.
Filippo Diodovich di IG crede che i tagli “siano necessari per rilanciare la ripresa economica delle economie del Vecchio Continente. La BCE manterrà tuttavia un atteggiamento molto vigile sull’andamento delle variabili macroeconomiche in particolare l’inflazione”. Inoltre “manteniamo le nostre aspettative su una riduzione dei tassi di interesse nell’Eurozona di ulteriori 50 bps nel corso del 2025. Riteniamo possibile quindi che ci possa essere un taglio back-to-back già nella prossima riunione di aprile”. L’opinione di Diodovich si fonda anche sui dati preliminari dell’inflazione nell’Eurozona. L’inflazione core di marzo, cioè al netto delle componenti variabili degli alimentari e dell’energia, dovrebbe essere scesa dal 2,6% al 2,4% (attese consensus al 2,5%). I dati definitivi usciranno questa settimana.
Ci sono però anche voci contrarie. Robert Holzmann, membro del Consiglio direttivo della Bce, ha detto a Bloomberg di non ritenere necessario un taglio ai tassi: “non vedo alcun motivo per un taglio, come strategia, l’attesa prevale sulle alternative in entrambe le direzioni”. Per quanto riguarda l’andamento economico, “al momento non è prevista una recessione per l'area euro. Ma potremmo non vedere il tipo di crescita che ci aspettavamo”.