Bce: attese per il taglio dei tassi in calo
La BCE prevede una pausa nell'allentamento monetario, con un abbassamento dei tassi scontato per fine anno

La possibilità di un nuovo abbassamento dei tassi da parte della Banca Centrale Europea (BCE) durante il consiglio di politica monetaria del 24 luglio è attualmente valutata al 5%, mentre una diminuzione di un quarto di punto è già completamente scontata per la fine dell'anno.
Negli ultimi interventi, sia di Christine Lagarde che di vari membri del consiglio, è emersa l'idea di una 'pausa' nell'allentamento monetario, che ha visto Francoforte ridurre il tasso d'interesse di due punti percentuali in poco più di un anno.
Oggi i mercati si trovano in una giornata tranquilla, complice la chiusura delle borse americane per l'Independence Day, ma la prossima settimana si preannuncia intensa.
Un elemento di incertezza, che potrebbe aumentare la volatilità, è rappresentato dalla data del 9 luglio, quando entreranno in vigore i nuovi dazi americani, potenzialmente destabilizzanti.
Nel frattempo, Donald Trump continua a condurre negoziati con i partner commerciali; dopo aver raggiunto un accordo con il Vietnam, ha annunciato l'invio di lettere a diverse controparti.
A inizio giugno, gli esperti della BCE hanno presentato le loro previsioni trimestrali su crescita e inflazione, ipotizzando uno scenario pessimistico legato agli effetti della guerra commerciale.
Per la crescita dell'Eurozona, la previsione base è di 0,9% quest'anno, 1,1% il prossimo e 1,3% nel 2027.
Tuttavia, in uno scenario alternativo "grave", le stime scendono a 0,5% nel 2025, 0,7% nel 2026 e 1,1% nel 2027.
I verbali del consiglio BCE, pubblicati ieri, rivelano che Francoforte sta monitorando attentamente l'apprezzamento e il ruolo dell'euro, che ha assunto una funzione di bene rifugio durante le recenti turbolenze di mercato iniziate ad aprile con il 'Liberation Day' di Trump.
È interessante notare che l'apprezzamento dell'euro rispetto al dollaro è avvenuto in un contesto di avversione al rischio, contrariamente a quanto accaduto in passato, quando il dollaro era considerato un bene rifugio.
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