Asia in calo in attesa dei dati sui prezzi negli Stati Uniti

Le borse asiatiche hanno registrato un calo in attesa dei dati sull'inflazione negli Stati Uniti, con l'attenzione anche sulla geopolitica e sulle prospettive della Fed.

Le borse asiatiche hanno registrato un calo lunedì in attesa dei dati sui prezzi negli Stati Uniti, su cui gli investitori puntano per mostrare una moderazione dell'inflazione, mentre i mercati erano in allerta per un intervento giapponese mentre il dollaro testava la barriera dei 160 yen.

Anche la geopolitica era in primo piano, con il primo dibattito presidenziale negli Stati Uniti giovedì e il primo turno di votazioni nelle elezioni francesi nel fine settimana.

L'indice più ampio di MSCI dell'Asia-Pacifico al di fuori del Giappone è sceso dello 0,8%, dopo aver toccato un massimo di due anni la scorsa settimana. Anche le azioni sudcoreane sono scese dello 0,8%.

I futures S&P 500 e Nasdaq erano entrambi in bilico intorno alla parità. Le azioni di Boeing potrebbero subire pressioni dopo che Reuters ha riferito che i pubblici ministeri statunitensi stanno raccomandando di portare accuse penali contro il costruttore di aeromobili.

I futures dell'Eurostoxx 50 sono scesi dello 0,1%, mentre i futures FTSE hanno perso lo 0,3%.

Il Nikkei del Giappone è salito dello 0,7%, con il continuo calo dello yen che mette pressione alla Banca del Giappone per stringere la politica nonostante i dati interni altalenanti.

I verbali dell'ultima riunione di politica monetaria della banca centrale pubblicati lunedì hanno mostrato che c'è stata molta discussione sulla riduzione degli acquisti di obbligazioni e sull'aumento dei tassi.

Anche l'euro stava testando massimi recenti a 170,87 yen, nonostante fosse appesantito da una serie di sondaggi sul settore manifatturiero (PMI) che lo hanno bloccato a $1,0692. La Francia è stata menzionata esplicitamente dalle imprese come motivo di freno. I sondaggi sul manifatturiero degli Stati Uniti, al contrario, hanno mostrato un'attività al massimo in 26 mesi a giugno, anche se le pressioni sui prezzi sono notevolmente diminuite. Questo ha aumentato l'appetito per l'indice dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE) previsto per venerdì. La crescita annua dell'indice core preferito dalla Federal Reserve dovrebbe rallentare al 2,6% a maggio, il più basso da oltre tre anni. Un risultato basso probabilmente rafforzerà le scommesse di mercato su un taglio dei tassi della Fed già a settembre, che i futures attualmente prezzano come una probabilità del 65%. Ci sono almeno cinque oratori della Fed in programma questa settimana, tra cui la presidente della Fed di San Francisco Mary Daly e le governatrici Lisa Cook e Michelle Bowman. Nei mercati delle materie prime, l'oro ha risentito del dollaro forte a $2.324 l'oncia. I prezzi del petrolio hanno anche registrato un lieve calo dopo essere aumentati del 3% la scorsa settimana. Il Brent è sceso di 7 centesimi a $85,17 al barile, mentre il greggio statunitense ha perso 7 centesimi a $80,66 al barile.