Rifiatano i Treasury nel giorno dell'addio a Carter. Cina e Trump impattano sull'oro nero

Resta il rischio pressione sui bond, ma i rendimenti più alti si sono rivelati abbastanza allettanti da attirare nuovamente gli investitori 

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L'azionario di Wall Street oggi è chiuso in osservanza della giornata nazionale di lutto per l'ex presidente Jimmy Carter. Mentre il mercato obbligazionario statunitense è aperto, ma calerà il sipario in anticipo, alle 20.00 italiane (le 14.00 a New York).

I rendimenti dei Treasury a 10 anni sono in discesa di oltre 3 punti base, attestandosi al 4,65%, interrompendo una salita costante che aveva portato i costi di finanziamento vicini alla soglia psicologica del 5% nelle ultime quattro sessioni. Il comparto obbligazionario ha subito recentemente (e rischia ancora) delle pressioni poiché l'economia statunitense continua a crescere a un ritmo solido, con l'inflazione che rischia di spingere la Fed a mantenere elevati i tassi di interesse.

Tuttavia, i rendimenti più alti si sono rivelati abbastanza allettanti da attirare nuovamente gli investitori. Ieri, un'asta di Treasury a 30 anni ha ricevuto un forte interesse. "Consideriamo questi rimbalzi dei rendimenti come un'ottima opportunità per bloccare i guadagni, in particolare per gli investitori che hanno ancora troppa liquidità in portafoglio", ha dichiarato Manpreet Gill, direttore degli investimenti per Africa, Medio Oriente ed Europa presso Standard Chartered, a Bloomberg TV. "Riteniamo che i rendimenti possano scendere ulteriormente", ha aggiunto.

Domani, il rapporto sull'occupazione negli Stati Uniti darà nuovi spunti sulla forza dell'economia americana e sull'orientamento dei tassi di interesse della Federal Reserve. Attualmente, i mercati prevedono un taglio di 25 punti base quest'anno, meno dei due stimati dai funzionari della Fed a dicembre.

Nei mercati valutari, il dollaro è in leggera risalita. Cambio euro dollaro a 1,03 (-0,1%).

Gilt della Gran Bretagna sotto pressione

In Gran Bretagna, invece, il rendimento dei gilt scadenza 10 anni è in aumento di 3 punti base, raggiungendo il 4,82%, dopo aver toccato mercoledì il livello più alto dal 2008. Al contempo, la sterlina è in discesa dello 0,7%, raggiungendo una quota vista l'ultima volta nel 2023. Aldilà della Manica, le preoccupazioni derivano dal mix letale di inflazione persistente e crescita stagnante, che spinge sempre più trader a battere in ritirata.

"Le attività britanniche faranno fatica a progredire in futuro", ha affermato Sophie Huynh, stratega senior multi-asset presso BNP Paribas Asset Management. "Il rallentamento della crescita nel Regno Unito non è ancora pienamente scontato".

Gas naturale UE ancora in calo

Buone notizie per la bolletta energetica dell'Eurozona. Il gas naturale UE (TTF) scende del 2% fino a 44,70 euro/mwh, è il quarto calo in cinque sedute con il prezzo sui minimi da due settimane. 

Petrolio sballottato tra la Cina e Trump

Il petrolio si è stabilizzato mentre nuovi segnali di debolezza economica in Cina si sono scontrati con un ulteriore calo delle scorte di greggio negli Stati Uniti. I future sul Brent sono pressoché invariati sui 76 dollari al barile a Londra. I dati di oggi dalla Cina, maggiore importatore di greggio al mondo, hanno mostrato un ulteriore calo dell'inflazione al consumo verso lo zero, rappresentando un ostacolo agli sforzi del governo di stimolare la domanda con iniezioni di stimoli economici. 

Il benchmark statunitense WTI si mantiene vicino ai 73 dollari al barile, nonostante le scorte di petrolio presso l'hub chiave di Cushing, in Oklahoma, abbiano raggiunto il livello più basso dal 2014. 

"L'outlook è leggermente ribassista", ha dichiarato Viktor Katona, responsabile dell'analisi del petrolio presso i consulenti Kepler. Sottolineando che "non vedremo una crescita della domanda superiore a 1 milione di barili al giorno in futuro. Con la Cina attuale, non accadrà. Il rallentamento è evidente".

Nonostante ciò, il petrolio ha avuto un inizio forte nel 2025, malgrado le diffuse preoccupazioni che i prezzi avrebbero faticato quest'anno a causa delle aspettative di un surplus globale. Tra le dinamiche da monitorare: la riduzione delle forniture russe e timori legati a Donald Trump, che potrebbe sconvolgere i flussi nel corso del 2025.

In Medio Oriente, la sua amministrazione dovrebbe inasprire le sanzioni contro i flussi iraniani. Il presidente eletto, inoltre, ha promesso di imporre dazi su tutte le importazioni canadesi, potenzialmente includendo il greggio.

Il ministro dell'Energia canadese, Jonathan Wilkinson, ha però tuonato che nessuna opzione è esclusa per quanto riguarda le ritorsioni. Specificando che le raffinerie del Midwest degli Stati Uniti sono progettate per il greggio pesante, fornito dal Canada.

Oro a 3.000 dollari, ma nel 2026

L'oro amplia il guadagno portandosi a 2.677 dollari l'oncia, mentre i trader valutano le prospettive di un allentamento da parte della Federal Reserve e restano in attesa dei dati chiave sull'occupazione.

Goldman Sachs questa settimana ha posticipato la previsione di raggiungere i 3.000 dollari l'oncia da quest'anno a metà 2026, basandosi su aspettative di tagli più contenuti da parte della Fed.

"Le incertezze legate ai rischi di inflazione, alle guerre commerciali, alle tensioni geopolitiche e all'ambiguità generale del mercato sostengono al momento l'oro come bene rifugio," ha dichiarato Priyanka Sachdeva, analista di Phillip Nova Pte.


Gianluca Brigatti

Giornalista Finanziario