La sterlina crolla: keep calm and buy BTP
La valuta britannica è caduta sul dollaro a livelli che non si vedevano dal novembre del 2023, oggi a 0,813. Questa settimana, il calo è stato dell’1%, la peggior performance delle valute del G10

La sterlina frana
Nelle ultime ventiquattro ore, ieri il governo e stamattina la Banca d’Inghilterra, hanno rilasciato commenti tranquillizzanti sull’andamento della valuta e del Gilt (il debito di Stato del Regno Unito), gli investitori hanno però continuato a vendere, il fatto che il movimento sia ordinato, non è una rassicurazione.
La valuta britannica è caduta sul dollaro a livelli che non si vedevano dal novembre del 2023, oggi a 0,813.
Questa settimana, il calo è stato dell’1%, la peggior performance delle valute del G10. Nell’ultimo mese, il calo è del 3,7%.
Anche il franco
La forza del dollaro sta facendo soffrire anche altre valute, persino il solidissimo franco svizzero. Stamattina il cambio dollaro USA-Franco è a 0,913: la valuta elvetica ha perso il 7,5% su quella degli Stati Uniti nell’ultimo trimestre.
Keep calm dalla Banca d'Inghilterra
Il vice governatore della Bank of England, Sarah Breeden, puntualizza che non ci sono stati segnali di disfunzione nel mercato obbligazionario. “Gran parte delle oscillazioni dei prezzi riflettono fattori globali e questo è normale”.
Finora tutto bene quindi? Fino a un certo punto, verrebbe da rispondere. Tutto il mondo è penalizzato dallo strapotere del dollaro, ma il Regno Unito sembra avere un problema in più. Il tasso di rendimento del bond governativo a dieci anni è a 4,83%, massimo dal 2008. Il Gilt trentennale è su livelli che superano il quarto di secolo, a 5,41%: alla fine dell’estate, il tasso era cento punti base sotto.
Il movimento sarà pure ordinato, come ha spiegato ieri alla Camera dei Comuni il vice Cancelliere dello Scacchiere Rachel Reeves, sarà pure “normale”, ma è anomala la coordinazione dei movimenti del debito e della valuta.
Perché scendono sia la sterlina che i Gilt?
Perché gli investitori in questo momento non si fidano di Londra e preferiscono girare al largo da tutti i principali asset britannici. Di norma iinvece, i mercati finanziari non ragionano in questo modo, in quanto, alle prime avvisaglie di taglio tassi, si comprano Gilt, favoriti dalla discesa del costo del denaro. In questi mesi va tutto al contrario. Gabriele Debach, analista di mercato di eToro afferma parla stamattina di “timori sui conti pubblici, inflazione persistente e una crescita anemica”. Nel Regno Unito, “il quadro fiscale percepito come fragile”.
Può essere che molti investitori non apprezzino il governo a Londra, di certo lo ritiene una mezza rovina Elon Musk. Dopo mesi di critiche e insulti, il miliardario sarebbe passato all’azione, il Financial Times parla stamattina di un suo progetto per mandare via il premier Keir Starmer.
Keep calm and buy BTP
I capitali in uscita dal Regno Unito, vanno a Sud e puntano sull’Italia, considerato un porto più sicuro della Francia, alle prese con una crisi politica e istituzionale mai vista, ma anche della Germania.
Lo spread tra BTP e Bund, un indicatore del gradimento del nostro debito, si è circa dimezzato nell’ultimo anno e mezzo e negli ultimi tre mesi si è messo in evidenza per la tenuta delle posizioni.
Il BTP piace a tutti, a esteri e domestici, lo ha confermato due giorni fa l’esito dell’emissione sindacata del nuovo Btp a 10 anni e del nuovo Btp Green a 20 annii.
Nel suo bollettino economico uscito oggi, la BCE mette in evidenza la tenuta dello spread della periferia e parla di un “clima di fiducia” sulla tenuta dei conti pubblici, Italia compresa. Gli spread rispetto ai tassi privi di rischio Ois (Overnight-index Swaps), il parametro preso a riferimento nel report, sono parecchio aumentati per Francia e
Germania, "gli effetti di propagazione in Grecia, Spagna, Italia e Portogallo sono stati comunque limitati, grazie a un migliore clima di fiducia che ha caratterizzato le attese relative al bilancio". In più, per l'Italia, c'è una menzione speciale: "il differenziale tra il rendimento dei titoli di Stato e il tasso Ois si è ridotto di nove punti base per l'Italia, ampliandosi invece di quattro e sei punti base, rispettivamente, per Portogallo e Spagna".