I dazi si fanno sentire, l'inflazione manda Wall Street in rosso

Il dato Usa all’ingrosso è accelerato a luglio al ritmo più rapido degli ultimi tre anni, segnalando che le aziende stanno trasferendo ai clienti parte dei maggiori costi di importazione

La bandiera americana sventola orgogliosa davanti a un campo di grano dorato, simbolo di libertà e prosperità

Le azioni scendono e i rendimenti obbligazionari salgono a Wall Street dopo un dato sull’inflazione più forte del previsto. I numeri hanno ridotto le aspettative di un taglio dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve il mese prossimo. 

Nasdaq -0,5%, S&P 500 -0,5%.

Inflazione al galoppo

L’inflazione all’ingrosso negli Stati Uniti è accelerata a luglio al ritmo più rapido degli ultimi tre anni, segnalando che le aziende stanno trasferendo ai clienti parte dei maggiori costi di importazione legati ai dazi.

L’indice dei prezzi alla produzione (PPI) è aumentato dello 0,9% rispetto al mese precedente, il rialzo più ampio dal picco dell’inflazione al consumo di giugno 2022. Esclusi alimentari ed energia, il dato è pari sempre a +0,9% (previsto +0,2%). 

Il PPI complessivo è salito del 3,3% su base annua. I costi dei servizi sono cresciuti dell’1,1% lo scorso mese, il massimo da marzo 2022.

Per Chris Zaccarelli di Northlight Asset Management, l’impennata del PPI dimostra che l’inflazione si sta diffondendo nell’economia in modo pervasivo: "Questa è una sorpresa al rialzo poco gradita e probabilmente ridurrà parte dell’ottimismo su un taglio ‘garantito’ dei tassi il mese prossimo". La ripercussioni potrebbero farsi sentire presto anche sui consumatori finali, aggravando il 'carello della spesa'.

Secondo Stephen Brown di Capital Economics, ciò che preoccupa ora maggiormente la banca centrale - come ha sottolineato questa settimana il presidente della Fed di Chicago, Austan Goolsbee - sono i segnali di un’accelerazione dei prezzi nei servizi.

"Il PPI indica che l’inflazione non è la “non-notizia” che alcuni pensavano dopo i dati (considerati positivi, ndr) sul CPI", ovvero l'inflazione al consumo, ha dichiarato Chris Larkin di E*Trade (Morgan Stanley). "Questo non chiude la porta a un taglio dei tassi a settembre, ma, a giudicare dalla reazione iniziale del mercato, l’apertura è un po’ più stretta rispetto a qualche giorno fa".

L'AI si conferma una forza

Hon Hai Precision Industry Co. ha dichiarato un utile trimestrale in aumento del 27%, sopra le previsioni, grazie alla domanda di AI che ha aiutato il colosso taiwanese a compensare la debolezza del mercato globale dell’elettronica di consumo.

Macrovariabili

Treasury decennale USA: rendimento in salita, +2 punti base al 4,25%.

Euro -0,4% a 1,1663 dollari.

Bitcoin -1,7% a 120.885 dollari.

Petrolio WTI +0,5% a 62,94 dollari/barile.

Oro spot poco mosso.

Titoli sotto la lente a Wall Street

Bullish, la piattaforma di trading di criptovalute con focus sui soggetti istituzionali, sale del 4%, ieri nel giorno del debutto, ha guadagnato l'84%.

Deere & Co. -7%. Il maggiore produttore mondiale di macchinari agricoli ha ridotto nuovamente le previsioni di utile netto per l’intero anno, poiché gli agricoltori non hanno ancora ripreso a spendere con i prezzi dei cereali sotto pressione.

Cisco Systems Inc. In calo dell'1% dopo aver diffuso previsioni caute sui ricavi dell’intero anno.

JD.com Inc. -0,2%. Ricavi in crescita del 22% nel secondo trimestre, oltre le attese, grazie a sussidi ai consumatori diretti dal governo e all’espansione in nuovi segmenti come la consegna pasti.

Nvidia poco mosso.

Tapestry Inc. -16%. Le previsioni annuali per un importante indicatore di redditività sono state inferiori alle attese, anche a causa dei dazi, segno che Wall Street sta ancora valutando l’impatto complessivo delle tariffe sulle aziende USA.

Gianluca Brigatti

Giornalista Finanziario