Wall Street si avvicina ai top, in Asia le borse salgono
I negoziatori di Stati Uniti e Cina hanno annunciato ieri sera di aver raggiunto un accordo su un "quadro generale" per superare le loro divergenze commerciali, dopo due giorni di colloqui a Londra

Le borse dell’Asia Pacifico salgono coralmente dopo il buon esito dei colloqui a Londra tra le delegazioni di Stati Uniti e la Cina.
Ieri Wall Street ha chiuso in rialzo, avvicinandosi ulteriormente ai massimi storici visti l’ultima volta in febbraio.
Petrolio in lieve calo, in rialzo l’oro. Poco mosso l’obbligazionario.
Intesa su commerci e terre rare
I negoziatori di Washington e Pechino hanno annunciato di aver raggiunto un accordo su un "quadro generale" per superare le loro divergenze commerciali, dopo due giorni di colloqui a Londra.
"Entrambe le parti hanno raggiunto un accordo di principio su un quadro generale e presenteranno questo quadro generale ai rispettivi leader", ha dichiarato ai giornalisti il rappresentante commerciale cinese Li Chenggang.
Il Segretario al Commercio Usa, Howard Lutnick, ha affermato che l'intesa risponderà alle preoccupazioni del suo Paese riguardo agli acquisti cinesi di terre rare, che considerano eccessivamente limitati da Pechino.
Gli Stati Uniti accusano la Cina di ritardare l'approvazione delle spedizioni di terre rare, considerate cruciali per l'industria automobilistica, dei semiconduttori e aerospaziale.
L'accordo deve essere approvato dai leader di entrambi i Paesi, hanno dichiarato i negoziatori nella storica Lancaster House di Londra.
Le due maggiori economie mondiali stanno cercando una tregua duratura nella guerra innescata dai dazi del presidente Donald Trump, con una riduzione temporanea delle imposte reciproche. Il rappresentante cinese Li ha dichiarato: "La nostra comunicazione è stata molto professionale, razionale, approfondita e franca". E ha affermato di sperare che i progressi compiuti a Londra contribuiscano a rafforzare la fiducia tra le due parti.
Borse cinesi. L'indice di riferimento CSI 300 guadagna lo 0,8%, una delle variazioni più ampie delle ultime quattro settimane: salgono le società minerarie attive nell’estrazione e nella raffinazione dei metalli usati nell’high tech. Indice Hang Seng di Kong +0,9%. Taiex di Taipei +0,7%.
Si raffredda l’inflazione in Giappone
Sale la borsa di Tokyo. Indice Nikkei +0,5%. Lo yen è sui livelli di ieri.
I prezzi alla produzione sono aumentati del +3,2% su base annua a maggio, rallentando rispetto alla crescita del +4,1% di aprile, leggermente rivista, e mancando il consenso del mercato del +3,5%.
Si tratta del 51esimo mese di inflazione alla produzione, sebbene sia stato il valore più basso da settembre.
I costi sono diminuiti per petrolio e carbone (0,6% contro il 6,3% di aprile), macchinari di produzione (2,6% contro il 2,8%), materie plastiche (3,4% contro il 3,7%) e macchinari per uso commerciale (1,5% contro l'1,8%). Allo stesso tempo, i prezzi sono ulteriormente diminuiti per i prodotti chimici (-3,1% contro il -2,4%) e ferro e acciaio (-4,8% contro il -4,5%). Inoltre, il costo dei metalli non ferrosi è diminuito del 2,1%, dopo un aumento del 4,2% ad aprile.
Su base mensile, i prezzi alla produzione sono diminuiti dello 0,2%, segnando il primo calo in nove mesi.
Due giorni fa, il governatore della banca centrale, Kazuo Ueda ha ribadito che la stretta monetaria va avanti, anche se con una tempistica non programmata. Alcuni passaggi del suo intervento hanno spinto gli investitori a spostare più in avanti nel tempo l’arrivo di un nuovo incremento dei tassi di interesse.

