Record delle borse, nel mondo e in Asia Pacifico

I negoziatori statunitensi e cinesi hanno espresso ottimismo al termine dei colloqui sulle dispute commerciali avvenuti nel corso del fine settimana nella capitale della Malesia

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La settimana si apre con l’indice MSCI All Countries in rialzo dello 0,3%, nuovo massimo storico, la distensione tra Cina e Stati Uniti porta anche al record dell’MSCI Asia Pacific.

E’ in calo di oltre l’1% l’oro, dell’1,4% l’argento.

E’ alla quinta seduta consecutiva di rialzo il bitcoin.

Petrolio poco mosso.

Euro dollaro a 1,162 dopo il declassamento dell'outlook della Francia da parte di Moody's.

Accordo a Kuala Lampur

I negoziatori statunitensi e cinesi hanno espresso ottimismo al termine dei colloqui sulle dispute commerciali avvenuti nel corso del fine settimana nella capitale della Malesia: entrambe le parti hanno descritto la discussione costruttiva, in vista dell’incontro a Seul tra il Presidente Trump e il leader cinese Xi Jinping.

Il Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent ha affermato che esiste un "quadro di successo" per il dialogo, mentre il Vice Ministro del Commercio cinese Li Chenggang ha comunicato che le due parti hanno raggiunto un consenso preliminare su possibili soluzioni a questioni che hanno turbato le relazioni tra le due potenze economiche.

Il Quotidiano del Popolo, il giornale del Partito Comunista Cinese, ha scritto che i due paesi hanno dimostrato di saper gestire le loro divergenze. 

Nikkei sopra quota cinquantamila

L’indice Nikkei di Tokyo è in rialzo del 2%, nuovo record storico. Il cross dollaro yen è in prossimità dei massimi da febbraio, a 153,1. La valuta giapponese è alla settima seduta in discesa.

Cresce la pressione statunitense sul Giappone affinché rafforzi la propria difesa di fronte a una Cina considerata sempre più assertiva nella regione dell’Indo-Pacifico.

In attesa dell'arrivo del presidente Donald Trump a Tokyo, sui media conservatori nipponici si moltiplicano gli appelli formulati da Washington per un impegno militare giapponese più deciso. Tra questi, John Moolenaar, presidente della Commissione speciale della Camera dei Rappresentanti Usa sulla competizione strategica con il Partito Comunista cinese, ha invitato Tokyo ad adeguare il proprio bilancio della difesa "alla realtà delle minacce presenti nell'Asia-Pacifico".

Secondo Moolenaar, “la crescente aggressività della Cina contro i nostri amici e alleati" richiede che il Giappone - anche in virtù del suo peso economico, proietti una forza militare in grado di scoraggiare eventuali coercizioni di Pechino.

L'amministrazione statunitense avrebbe proposto che Tokyo porti la spesa per la difesa al 3,5% del Pil, ben oltre il 2% previsto dal governo giapponese. Un piano che sarà discusso dalla nuova premier Sanae Takaichi con il presidente Trump.

Tuttavia, non tutti a Washington ritengono che la discussione debba concentrarsi solo su parametri economici. Ely Ratner, già assistente segretario alla Difesa per la sicurezza indo-pacifica durante l'amministrazione Biden, sostiene che "una visione limitata alla percentuale del Pil" non risponde alla domanda più importante, che implica un'assegnazione di ruoli specifici al Paese alleato.

In Cina. L’indice Hang Seng di Hong Kong guadagna l’1%, stessa variazione per il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen.

Toro cinese

Il rialzo del mercato azionario di Hong Kong sta dimostrando resilienza e JP Morgan prevede che tale tendenza continuerà fino al 2026, anche se la sua durata potrebbe essere messa alla prova dall'aumento dei tassi interbancari, dai rischi legati agli immobili commerciali.

L'indice MSCI Hong Kong, che traccia l'andamento di 27 titoli a grande e media capitalizzazione della città, è cresciuto del 26% quest'anno in dollari statunitensi, registrando la migliore performance dal 2017. Nonostante i guadagni stellari, il mercato rimane attraente dal punto di vista delle valutazioni, secondo la banca d'investimento statunitense. L'indice è ancora scambiato al di sotto del suo multiplo prezzo/utili medio decennale di 16 volte, rendendolo il più economico dell'Asia-Pacifico, esclusa l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN).

”Ci sono alcuni venti contrari, ma la ripresa di Hong Kong dal 2023 è diventata più evidente con un mercato finanziario robusto e un mercato immobiliare residenziale in fase di stabilizzazione, mentre le valutazioni sono modeste rispetto alla storia e ai pari regionali ", afferma nel rapporto Wendy Liu, responsabile della ricerca strategica azionaria per la Cina e Hong Kong presso JPMorgan.

"Riteniamo che questa dovrebbe attrarre afflussi di capitali, mentre persiste la narrativa della ‘de-dollarizzazione'". Il team di Liu ha mantenuto i suoi obiettivi di base e rialzisti per l'MSCI Hong Kong per la fine del 2025 rispettivamente a 13.000 e 14.000 punti, prevedendo un ulteriore rialzo nel 2026.

In Corea del Sud si rafforza la valuta e la borsa di Seul tocca un nuovo massimo storico. Indice Kospi +2,2%. Restano importanti gli acquisti netti di titoli di società coreane da parte di investitori stranieri.

India, si riapre la via con la Cina 

L’indice BSE Sensex di Mumbai guadagna lo 0,5%.

Ieri sera l'India ha ripreso i voli diretti verso la Cina continentale dopo una pausa di cinque anni, secondo quanto riferito da funzionari indiani. La ripresa è stata avviata dall'aeroporto internazionale Netaji Subhash Chandra Bose di Calcutta, capitale dello stato orientale indiano del Bengala Occidentale, con un volo diretto a Guangzhou, nel sud della Cina. Secondo le autorità aeroportuali di Calcutta, 176 passeggeri hanno viaggiato sul volo 6E1703 operato da IndiGo. "Questo consentirà ancora una volta la circolazione senza ostacoli di persone, merci e idee, rafforzando al contempo i legami bilaterali tra i due paesi più popolosi del mondo e le economie in rapida crescita", aveva dichiarato Pieter Elbers, amministratore delegato di IndiGo, in un comunicato stampa all’inizio di questo mese. I voli diretti tra l'India e la Cina continentale erano operativi tra i due paesi fino all'inizio del 2020, prima di essere sospesi a causa della pandemia di COVID-19.

Argentina

Il presidente Javier Milei ha ottenuto una vittoria politica decisiva nelle elezioni del fine settimana, rafforzando così la sua posizione nel Congresso argentino e assicurando un nuovo sostegno alla sua rivoluzione del libero mercato sostenuta dal presidente Trump. Con quasi il 99% dei voti conteggiati, il partito Freedom Advances di Milei ha vinto quasi il 41% del voto nazionale, più che raddoppiando la sua rappresentanza nel Congresso.


Marino Masotti

Caporedattore