In Asia sale la borsa di Seul, in calo l'Hang Seng di Hong Kong
Indice Nikkei di Tokyo intorno alla parità. Poco mosso lo yen a 143,7 su dollaro. Tasso di rendimento del governativo decennale a 1,43% poco prima dell’asta dei titoli a lunghissima scadenza

Il record dell’S&P500 di Wall Street non muove più di tanto le borse dell’Asia Pacifico.
Gira in ribasso il petrolio dopo il rialzo di quasi il 3% di ieri e cala, seppur di poco, il prezzo dell’oro.
Obbligazionario in attesa del dato sull’occupazione negli Stati Uniti.
Fluttuano senza direzione le valute dell’Asia: in rafforzamento il dollaro di Taiwan, si svaluta lo won della Corea del Sud.
Giappone: avanti con la stretta monetaria
Indice Nikkei 225 di Tokyo intorno alla parità. Poco mosso lo yen, a 143,7 su dollaro. Tasso di rendimento del governativo decennale a 1,43% poco prima dell’asta dei titoli a lunghissima scadenza.
Il ciclo di aumento dei tassi della Banca del Giappone riprenderà dopo una “sola” pausa temporanea, ha avvertito il membro del consiglio Hajime Takata. La presa di posizione da falco segue le affermazioni minacciose del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a proposito dei dazi sui prodotti giapponesi. Quale che sia l’esito del confronto tra Tokyo e Washington, l’intervento di contrasto all’aumento di prezzi al consumo, andrà avanti, stanno avvertendo le autorità monetarie. "Credo che la banca stia attualmente solo sospendendo il suo ciclo di aumento dei tassi di interesse e che dovrebbe continuare a cambiare marcia dopo un certo periodo di ‘attesa e osservazione’", ha dichiarato Takata giovedì in un discorso rivolto agli imprenditori locali a Mie, nel Giappone centrale.
Trump ha avanzato l'idea di aumentare i dazi al 35%, rispetto al precedente incremento del 24%, già a partire dalla prossima settimana.
Cina: Trump prova l'accerchiamento
La borsa di Shanghai è invariata. In calo dello 0,9%, la variazione negativa più ampia delle ultime due settimane, l’Hang Seng di Hong Kong.
L’accordo sui commerci con il Vietnam ed altri partner minori mostra secondo gli analisti che gli Stati Uniti stanno cercando un’altra via per isolare commercialmente la Cina. Washington imporrà una tariffa del 20% sulle esportazioni vietnamite e applicherà un dazio del 40% sulle merci che si ritiene siano state trasbordate attraverso il Paese del Sud-Est asiatico.
Tra i grandi nomi del tech cinese, il produttore di smartphone e automobili Xiaomi, è in calo del 3,7%. Tencent -1,2%. Il più grande produttore ed esportatore cinese di elettrodomestici, Midea Group segna una flessione dello 0,5%.
Il leader dell'e-commerce Alibaba Group rappresenta la zavorra più significativa, -3,4%. La società ha annunciato un importante programma di sussidi per incentivare utenti e commercianti: il provvedimento intensifica ancora di più la concorrenza in un settore affollato di soggetti aggressivi su prezzi e tariffe. Tra questi, ci sono JD.com e Meituan.
La borsa di Seul è in rialzo dell’1%.
Fidelity scrive che il rally azionario dell’indice Kospi continua a mantenere slancio, grazie agli sforzi di riforma della governance aziendale e alla resilienza degli utili.
Ian Samson, gestore di portafogli multi-asset presso la società delle gestioni patrimoniali, ha ridotto la sua esposizione al Giappone e ha spostato i suoi fondi verso un sovrappeso dei titoli azionari coreani alla fine di maggio, poco prima delle elezioni presidenziali anticipate, sulla base delle aspettative che un nuovo presidente avrebbe ridotto le incertezze politiche e accelerato le tanto attese riforme azionarie.
"È stata una sorpresa vedere quanto velocemente il mercato si sia mosso", ha dichiarato Samson in un'intervista a Bloomberg News questa settimana. "Ma se si guarda al livello delle valutazioni, soprattutto considerando che c'è un buon slancio economico, non c'è motivo per cui i titoli azionari coreani non possano spingersi ancora un po' più in là".

