Borse dell'Asia contrastate, in rialzo il Nikkei, scendono Seul e Mumbai

In rialzo l’azionario di Taiwan, nella scia dei future del Nasdaq. Microsoft e Meta Platforms hanno presentato dati del trimestre ben superiori alle aspettative, titoli +10% nel dopoborsa

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Le borse dell’Asia Pacifico sono contrastate nel finale di una seduta densa di eventi di ogni tipo, da quelli di politica monetaria a quelli aziendali, a quelli meteorologici.

Giappone

L’indice Nikkei di Tokyo guadagna l'1,1% e lo yen si apprezza su dollaro a 148,8 dopo che la Banca del Giappone ha mantenuto invariato il tasso di riferimento, rafforzando al rialzo al contempo le sue previsioni sull'inflazione.

Tutti i 56 economisti intervistati da Bloomberg questo mese si aspettavano che la banca centrale mantenesse il suo tasso di interesse invariato allo 0,5%.

Lo yen si è indebolito ieri in serata, soprattutto per effetto della conferma dei tassi da parte della Federal Reserve, il presidente della banca centrale degli Stati Uniti ha lasciato anche poco spazio a un taglio in autunno.

Nel comunicato diffuso stanotte, la Banca del Giappone ha attenuato la sua valutazione sull'incertezza nella quale sono avvolti i rapporti commerciali nel mondo, siamo sempre in una situazione di incertezza alta, ma non più, come in precedenza, “estremamente” elevata. Il board a nove membri presieduto dal governatore Kazuo Ueda, dopo aver votato in modo unanime per la conferma dei tassi e aver ribadito la volontà di alzare più avanti i tassi, nel caso ci siano le condizioni, ha aumentato la sua proiezione mediana dell'inflazione per l'anno fiscale in corso.

Cina

In calo le borse di Shanghai e Hong Kong. Indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -1,3%, Hang Seng -1,3%. In rialzo l’azionario di Taiwan, nella scia dei future del Nasdaq.

Stanotte Microsoft e Meta Platforms hanno presentato dati del trimestre ben superiori alle aspettative, i titoli dei due colossi del tech, hanno segnato rialzi nell’ordine del 10% nel dopo borsa.

La banca centrale cinese è intervenuta stanotte per stabilizzare lo yuan, caduto sui minimi degli ultimi due mesi su dollaro.

Il tasso di riferimento giornaliero è stato fissato a circa 7,15 per dollaro, molto lontano dalle stime degli analisti: per trovare una mossa del genere, chiaramente dettata dalla volontà di ancorare la valuta in un momento di fluttuazioni indesiderate, si deve tornare ad aprile. La People Bank Of China era stata alla finestra nei mesi scorsi, soprattutto in giugno, anche perché nel corso degli ultimi mesi, il cambio andava nella direzione desiderata. Khoon Goh, responsabile della ricerca asiatica presso l'Australia & New Zealand Banking Group, dice a Bloomberg che le autorità non vogliono troppa volatilità sulla valuta e lo stanno segnalando a tutti.

Corea del Sud: dazi al 15%

In calo dello 0,6% l’indice Kospi di Seul. Lo won si apprezza su dollaro per il quinto giorno consecutivo.

C’è l’intesa sui dazi con gli Stati Uniti, le merci coreane saranno tassate con un’aliquota del 15% al loro arrivo alla dogana.

“L'accordo prevede che la Corea del Sud versi agli Stati Uniti 350 miliardi di dollari per investimenti posseduti e controllati dagli Stati Uniti e selezionati da me, in qualità di presidente.

La Corea del Sud acquisterà anche 100 miliardi di dollari di Gnl o altri prodotti energetici e, inoltre, ha accettato di investire un'ingente somma di denaro per i propri investimenti. Tale somma sarà annunciata entro le prossime due settimane, quando il presidente della Corea del Sud, Lee Jae Myung, si recherà alla Casa Bianca per un incontro bilaterale", ha scritto Trump sui social stanotte. "Si è concordato inoltre, prosegue il post, che la Corea del Sud sarà completamente aperta al commercio con gli Stati Uniti e che accetterà prodotti americani, tra cui automobili, camion, prodotti agricoli, ecc. All'America non verrà applicata alcuna tariffa".

India: dazi al 25%a

L’indice BSE Sensex di Mumbai perde lo 0,7% dopo la minaccia di dazi al 25% arrivata ieri pomeriggio da Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti, ha scritto sul suo social che le barriere all’ingresso dell’India “sono troppo alte, tra le più alte al mondo", oltre a essere alte sono anche "rigide e odiose.

Inoltre, gli indiani, "hanno sempre acquistato la stragrande maggioranza del loro equipaggiamento militare dalla Russia e sono il maggiore
acquirente di energia della Russia, insieme alla Cina". Pder questa ragione, ci saranno non soltanto i dazi al 25%, ma anche una penalità. A proposito di questa, poco Trump ha aggiunto, gli esperti pensano possa essere il primo esempio delle sanzioni secondarie minacciate contro Mosca e i suoi partner commerciali allo scadere dell'ultimatum di 10 giorni sulla guerra in Ucraina dato al Cremlino.

Il governo indiano ha replicato di aver "preso nota" dell'annuncio del tycoon e ha ribadito l'impegno a negoziati per "un accordo giusto, equilibrato e reciprocamente vantaggioso". Ma ha ammonito che attribuisce "la massima importanza alla tutela degli agricoltori e delle nostre piccole e medie imprese" e che intraprenderà "tutti i passi necessari per proteggere l'interesse nazionale, come già accaduto con altri accordi commerciali, tra cui quello con il Regno Unito". Finora gli Usa (che hanno un deficit commerciale di 45 miliardi con New Delhi) non sono riusciti a farsi aprire il mercato indiano su due fronti: l'agricoltura e il settore lattiero-caseario.


Marino Masotti

Caporedattore