Borse di Hong Kong e Shanghai in rialzo, perde terreno lo yen
L'indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen guadagna oltre il 2% e tocca il massimo da inizio anno: +1,4% il bilancio della settimana. L’Hang Seng di Hong Kong è in rialzo del 2,4%

La schiarita al Congresso di Washington sul tema dei finanziamenti al governo federale ha cambiato il sentiment del mercato dopo la chiusura in calo di Wall Street: l’S&P500 ha perso l’1,4% ed è entrato nell’area correzione, quella definita da una perdita superiore al 10% dagli ultimi massimi.
In Asia Pacifico si mettono in luce ancora una volta le azioni delle società cinesi del tech e cresce in modo preoccupante il costo per assicurare il debito dell'Indonesia contro un default, a causa del deterioramento delle finanze pubbliche di Jakarta
L'indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen guadagna oltre il 2% e tocca il massimo da inizio anno: +1,4% il bilancio della settimana.
L’Hang Seng di Hong Kong è in rialzo del 2,2%: Alibaba e Tencent segnano variazioni positive tra il 3% e il 4%.
Ripartenza dei consumi cinesi in vista
La novità della seduta è rappresentata dal movimento delle società più esposte ai consumi, tra le quali, JD.COM (+5%): gli investitori si posizionano in vista della conferenza stampa congiunta di alti funzionari del ministero delle finanze, del ministero del commercio, della banca centrale e di altri organi governativi: l’annuncio del briefing per la stampa è stato dato stanotte dalle autorità di Pechino. Shen Meng, della banca d'investimento di Pechino Chanson & Co spiega a Bloomberg che ci si aspetta qualche altra misura di stimolo per il settore, con qualche dettaglio sull'aumento del reddito. Xin-Yao Ng, a capo della divisione investimenti di abrdn si aspetta che il governo destini una parte importante delle risorse stanziate per il rilancio dell’economia, alla domanda interna.
Sale la borsa di Tokyo: indice Nikkei +1%, +0,6% la performance della settimana. Si indebolisce lo yen a 148,6 su dollaro, da 147,9 di ieri. Poco mosso il bond governativo a dieci anni, al tasso di rendimento del 1,53%.
Dazi: il Giappone non ci sta
Il ministro degli Esteri giapponese Takeshi Iwaya ha protestato per i dazi imposti dagli Stati Uniti sulle importazioni di acciaio e alluminio in un incontro con il suo omologo statunitense, Marco Rubio, a margine della riunione dei ministri degli Esteri del G7 in Canada. E’ stato lo stesso ministro a riferirlo ai giornalisti. Iwaya ha detto a Rubio che Tokyo considera "deplorevoli" le nuove misure tariffarie imposte dall'amministrazione di Donald Trump e ha nuovamente chiesto l'esenzione del Giappone, in quanto uno dei principali partner commerciali di Washington.
Oltre ai dazi imposti questa settimana su acciaio e alluminio, il Giappone teme di essere duramente colpito dalle nuove misure del 25% annunciate da Trump sull'importazione di veicoli, che entrerebbero in vigore il 2 aprile. L'anno scorso le case automobilistiche giapponesi hanno spedito 1,37 milioni di veicoli negli Stati Uniti, il 28,3% di tutte le loro esportazioni.
Indonesia: i conti non tengono
L’indice Jakarta Composite è in calo dell’1,5%, da inizio anno il ribasso è del 7,7%. Il tasso di rendimento dell'obbligazione in rupie a 10 anni dell'Indonesia sale per il quinto giorno consecutivo, mentre lo spread sui suoi swap di credito a cinque anni è sui massimi dal tardo 2023. Le preoccupazioni per le finanze dell'Indonesia sono emerse in questi ultimi giorni a causa di una serie di iniziative del presidente Prabowo Subianto, spingendo Goldman Sachs Group a declassare la propria posizione sugli asset del paese. L'Indonesia ha registrato un disavanzo di bilancio a febbraio a causa di un calo a doppia cifra nelle entrate statali. Inoltre, il fondo sovrano appena lanciato Danantara sta assumendo la gestione di sette imprese statali, alimentando le preoccupazioni degli investitori riguardo all'influenza politica sul soggetto.
Ucraina tra guerra e pace
E’ alta in queste ore l’attenzione sull’Ucraina: Vladimir Putin dice che la tregua in Ucraina ha senso solo se porta a una pace duratura e se si risolvono i nodi all’origine del conflitto. Trump raccoglie lo spunto parlando di parole promettenti ma incomplete.
In Italia, tensioni tra FDI e Lega sulle spese per la difesa, e si parla di un confronto acceso tra la premier Giorgia Meloni e il ministro delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.

