Borse dell'Asia-Pacifico poco mosse, rimbalzano i future di Wall Street
Le dichiarazioni di Trump contro Powell, in particolare sul rischio di recessione per gli Stati Uniti se la Fed non taglierà i tassi di interesse, hanno innescato forti perdite a Wall Street lunedì

Borse dell'Asia-Pacifico poco mosse all'indomani della pessima seduta di Wall Street (S&P500 -2,36%), con gli investitori ancora in ansia per i dazi commerciali imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e le sue persistenti critiche nei confronti del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell.
Le dichiarazioni di Trump contro Powell, in particolare sul rischio di recessione per gli Stati Uniti se la Fed non taglierà i tassi di interesse, hanno innescato forti perdite a Wall Street lunedì, che si sono riversate anche in Asia.
Nella notte i future sugli indici azionari statunitensi sono rimbalzati, S&P500 +0,4%.
L'attenzione nel corso della settimana sarà concentrata anche sui risultati del primo trimestre di Tesla, che ha perso il 44% da inizio anno.
La Cina si oppone ai dazi di Trump
Cina. CSI 300, Shanghai Composite, Hang Seng di Hong Kong oscillano intorno alla parità. I titoli dell'e-commerce JD.com e Meituan sono crollati di oltre il -6% ciascuno, a fronte dei crescenti segnali di una forte concorrenza nel redditizio settore della consegna di cibo a domicilio.
Lunedì, il Ministero del Commercio cinese ha messo in guardia i Paesi dal concludere accordi commerciali con gli Stati Uniti a spese di Pechino, accusando Washington di abuso dei dazi. I commenti di Pechino giungono nel mezzo di un'aspra guerra commerciale tra le maggiori economie mondiali, dopo che Trump ha aumentato i dazi sulla Cina al 145% all'inizio di aprile. La Cina ha reagito con un'imposta del 125% sui beni statunitensi. Pechino ha ripetutamente criticato i dazi di Trump e finora ha mostrato scarsa apertura ai colloqui con Washington. Gli elevati dazi statunitensi minacciano di avere un impatto sui settori cinesi ad alta intensità di esportazione, compromettendo al contempo la crescita locale.
Giappone preoccupato per i dazi sulle auto
L'indice giapponese Nikkei 225 perde lo 0,2%. I settori ad alta intensità di esportazione sono sotto pressione a causa dello yen forte, che ha raggiunto il suo massimo in sette mesi grazie all'accresciuta domanda di beni rifugio. Il Primo Ministro giapponese Shigeru Ishiba ha dichiarato lunedì che, sebbene il Paese non intenda affossare l'accordo commerciale raggiunto con gli Stati Uniti nel 2019, esprime "grave preoccupazione" per le incongruenze tra l'accordo e l'ultima tornata di dazi di Trump. Un punto di particolare preoccupazione sono i dazi del 25% imposti da Trump su tutte le automobili straniere, che potrebbero avere un impatto significativo su alcune delle più grandi aziende giapponesi. I commenti di Ishiba giungono mentre il Giappone si prepara ai colloqui commerciali con gli Stati Uniti. Ishiba che avverte anche che il Paese non si limiterà a cedere apertamente durante le trattative.
Altrove, in Asia, l'ASX 200 australiano è invariato in vista dei dati PMI di aprile, in uscita mercoledì, mentre il KOSPI sudcoreano è in leggero aumento prima dei dati sul prodotto interno lordo del primo trimestre, in uscita più avanti questa settimana.

