Borse dell'Asia miste, allerta tsunami nel Pacifico

Le onde anomale, per ora no più alte di un metro, sono state provocate da un terremoto di magnitudo 8,8 nella penisola russa della Kamchatka.  Tutti i porti delle Isole Hawai sono chiusi

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In Asia Pacifico le borse sono in ripresa dopo tre sedute consecutive di flessioni diffuse. Ieri a Wall Street si è fermata la progressione dell’S&P500, in calo dello 0,3% al termine della seduta che anticipa le comunicazioni della Federal Reserve sulla politica monetaria.

Il petrolio si assesta dopo due giorni di forti apprezzamenti, il greggio tipo WTI tratta a 69,2 dollari il barile.

In Giappone, ma anche in Cina, ed in vaste aree dell’Oceano Pacifico è stato lanciato un allarme tsunami: le onde anomale sono state provocate da un terremoto di magnitudo 8,8 nella penisola russa della Kamchatka.  Tutti i porti delle Isole Hawaii sono chiusi. 

Si rafforzano le obbligazioni degli Stati Uniti dopo il confortante esito dell’asta da 44 miliardi di dollari di un titolo a sette anni.

Borse cinesi. Indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +0,5%. Hang Seng di Hong Kong -0,4%. Taiex di Taiwan +0,9%.

Usa e Cina dialogano sul commercio

Al termine della due giorni di negoziati nella quiete di Stoccolma, in Svezia, le parti hanno concordato sugli sforzi per "continuare a premere per proseguire la tregua" sui dazi, ha affermato il rappresentante per il Commerciale internazionale mandarino Li Chenggang, giudicando i colloqui "franchi, costruttivi e approfonditi”.

Mentre il segretario al Tesoro americano Scott Bessent ha chiarito che per l'estensione della tregua "è necessario prima parlarne" con il presidente Donald Trump, ventilando in caso di diniego, dopo la scadenza del 12 agosto, un ritorno dei dazi al livello del "2 aprile o altro”. La due delegazioni dovrebbero tornare a incontrarsi entro i prossimi 90 giorni. 

In merito al presunto incontro tra Donald Trump e Xi Jinping, il presidente degli Stati Uniti ha detto che potrebbe essere entro la fine dell’anno. Bessent, sul punto, ha riferito che "non c'è stata alcuna discussione su un possibile incontro" tra i due presidenti, ricordando che l'invito di Xi a Trump a recarsi in Cina era stato già esteso nella loro telefonata avuta a inizio giugno. Il rappresentante per il Commercio americano, Jamieson Greer, parlando con i giornalisti a Stoccolma, ha stimato per il 2025, un deficit commerciale americano verso la Cina inferiore di almeno 50 miliardi di dollari rispetto al 2024.

L’indice Nikkei di Tokyo è in rialzo dello 0,4%, lo yen si apprezza a 148,1 su dollaro. 

Corea del Sud

Sale la borsa di Seul e si apprezza la valuta coreana. Indice Kospi +1%. Il cross dollaro won è passato nel giro di poche ore a 1.382 da 1.389.

Il Korea Economic Daily scrive che la questione del mercato dei cambi sarà di nuovo sul tavolo del confronto  quando il Ministro delle Finanze Koo Yun-cheol riavvierà domani i colloqui commercialicon il Segretario del Tesoro degli Stati Uniti Scott Bessent. Funzionari e consulenti politici statunitensi, incluso il capo economista della Casa Bianca Stephen Miran, hanno respinto l'idea che sia in fase di sviluppo un accordo segreto sulle valute per indebolire il dollaro, come parte delle negoziazioni commerciali in corso nel mondo. "Il mercato dei cambi è sempre uno dei fattori di interesse per gli Stati Uniti", ha affermato Shaun Lim, stratega FX della Malayan Banking Berhad. Lo won potrebbe salire ulteriormente, ma non dovrebbe partite un movimento analogo a quello visto sul dollaro di Taiwan all'inizio di quest'anno, ha detto.

Singapore 

L’indice Straits Times è in calo dello 0,3%. Il Vice Primo Ministro e Ministro del Commercio e dell'Industria di Singapore, Gan Kim Yong, ha espresso "significativa incertezza" riguardo a futuri cambiamenti della tariffa base del 10% applicata dagli Stati Uniti a Singapore. Durante un recente viaggio a Washington, l'amministrazione statunitense è rimasta "non impegnata” riguardo alla revisione delle tariffe. Sebbene gli Stati Uniti non siano attualmente propensi a concedere sconti, Singapore ha manifestato il proprio interesse a discutere tali possibilità in futuro.

India

Borsa di Mumbai sulla parità.

L'India potrebbe essere colpita con un'aliquota tariffaria compresa tra il 20% e il 25%, ha minacciato ieri sera Donald Trump. Il prelievo finale non è ancora stato deciso e la scadenza del primo agosto è imminente. "Penso di sì", ha detto Trump ai giornalisti martedì quando gli è stato chiesto se fosse una possibile tariffa per Nuova Delhi.  "L'India è stata un buon amico, ma l'India ha imposto sostanzialmente più tariffe di quasi tutti gli altri Paesi", ha detto Trump a bordo dell'Air Force One mentre rientrava a Washington da una visita di cinque giorni in Scozia. "Non si può fare così". 

Qualsiasi tasso del 20% o superiore sarebbe una delusione per India, che cercava un accordo migliore del 19% offerto da Trump a Indonesia e Filippine.


Marino Masotti

Caporedattore