Borse dell'Asia incerte, scende lo yen, future Europa positivi
Le borse della Cina sono intorno alla parità: indice Hang Seng -0,1%, CSI 300 dei listini di Shanghai Shenzhen +0,1%. Si muove in sintonia con l’andamento dei future del Nasdaq il Taiex di Taiwan

Le borse asiatiche sono miste dopo un'altra giornata di perdite a Wall Street: l'S&P500 ha chiuso in ribasso dello 0,8%, di poco sopra la soglia che l’avrebbe portato nell’area di mercato orso.
Dazi: avanti e indietro
Gli incrementi tariffari del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio annunciati il mese scorso dal presidente degli Stati Uniti sono entrati in vigore stanotte. Non sono state concesse esenzioni. Le ultime restrizioni arrivano dopo una giornata tumultuosa, Donald Trump ha prima minacciato di raddoppiare i dazi sui metalli in arrivo dal Canada al 50%, salvo poi fare marcia indietro quando l'Ontario ha accettato di abbandonare il progetto di imporre una sovrattassa sull'elettricità inviata negli Stati Uniti.
I future di Wall Street hanno girato al rialzo dopo che Trump, in serata ha detto di non aspettarsi una recessione economica, anzi, “Non la vedo affatto. Penso che questo Paese stia per avere un boom", ha detto.
Le borse della Cina sono deboli: indice Hang Seng -0,6%, CSI 300 dei listini di Shanghai Shenzhen +0,1%. Si muove in sintonia con l’andamento dei future del Nasdaq il Taiex, l’indice del mercato azionario di Taiwan.
Bond cinesi sotto pressione
Il tasso di rendimento dei titoli di Stato cinesi a 10 anni è poco mosso a 1,93%, dopo tre sedute di costante aumento che lo hanno avvicinato alla soglia psicologica del 2%. Il rendimento del trentennale è al 2,04%.
Le obbligazioni cinesi sono state sotto pressione quest’anno, poiché da settembre la banca centrale si è astenuta dall'abbassare i tassi di interesse o il coefficiente di riserva obbligatoria delle banche.
L'aumento dell’offerta, compresa l'emissione record di titoli a due anni prevista per venerdì, insieme al recente rally delle azioni cinesi hanno ridotto l'appetito per i prodotti a reddito fisso.
"È probabile che ci sia ancora spazio per la correzione delle obbligazioni a lungo termine , dato che i recenti movimenti hanno annullato i guadagni da dicembre", hanno scritto in una nota gli analisti di Industrial Securities. "Gli investitori dovrebbero rimanere sulla difensiva, consigliamo di ridurre le posizioni e di passare a durate più brevi, non è il momento di comprare sul ribasso”. Il prossimo test cruciale per il secondo mercato del debito al mondo arriverà venerdì, quando il ministero delle Finanze cinese dovrebbe collocare 167 miliardi di yuan (23,1 miliardi di dollari) di obbligazioni a due anni, la più grande offerta di questo tipo in una singola asta.
La borsa di Tokyo è poco mossa, indice Nikkei +0,1%. Si indebolisce lo yen su dollaro a 148,2 da 147 di ieri. Tasso di rendimento del governativo a dieci anni a 1,51%, in lieve aumento.
Bond giapponesi: let it be
Il governatore della Banca del Giappone, Kazuo Ueda non è troppo preoccupato per i rendimenti dei titoli di Stato del Paese, in prossimità dei massimi dal 2008. "A mio avviso, la tendenza al rialzo in atto dall'anno scorso riflette le opinioni del mercato sull'economia e sull'inflazione, oppure le variazioni dei tassi d'interesse all'estero", ha dichiarato mercoledì Ueda rispondendo alle domande in parlamento. "Non c'è un grande divario tra le nostre opinioni e quelle del mercato".
Le osservazioni suggeriscono che la BOJ non intende intervenire su mercato obbligazionario, anche dopo che i rendimenti di riferimento hanno superato la soglia chiave di dell'1,5%, raggiungendo lunedì l'1,578%. La banca centrale ha terminato il suo programma di controllo della curva dei rendimenti lo scorso anno, e Ueda ha costantemente espresso la sua opinione che il mercato dovrebbe determinare i livelli di rendimento.
L’indice S&P ASX200 di Sidney è in calo dell’1,3%. “Questo non è un atto amichevole": cosi' il primo ministro australiano Anthony Albanese ha definito i dazi di Washington su acciaio e alluminio. Sono misure "del tutto ingiustificate", ha aggiunto Albanese, che non è riuscito a ottenere un'esenzione dell'ultimo minuto. I dazi sono del 25%. Albanese era convinto, dopo una telefonata avuta con Donald Trump a febbraio, che l'Australia sarebbe rimasta immune dai dazi. “E' chiaro - ha detto oggi, deluso - che non si tratta di un passo positivo nella nostra relazioni. I dazi e le crescenti tensioni commerciali sono una forma di autolesionismo economico e causano una crescita più lenta e un’inflazione più alta”.

