Borse dell'Asia in rialzo, svetta Seul. Tokyo chiusa
KOSPI +1,4%. Il principale partito di opposizione della Corea del Sud è d'accordo con l'eliminazione dell'imposta sui redditi da investimenti finanziari, lo ha detto stanotte il suo leader


La settimana inizia in Asia Pacifico con le borse della Cina positive. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +0,5%. Il Comitato Permanente del Congresso Nazionale del Popolo, il massimo organo legislativo cinese, si riunisce a Pechino dal 4 all'8 novembre e alcuni analisti puntano su almeno 2.000 miliardi di yuan (280 miliardi di dollari) di stimolo fiscale, a integrazione del pacchetto di stimoli monetari presentato a fine settembre
“Riteniamo che la sessione annuncerà probabilmente alcune cifre di massima relative alle quattro componenti principali indicate dal Ministero delle Finanze a metà ottobre, ossia la ristrutturazione del debito degli enti locali, la stabilizzazione del mercato immobiliare, l'iniezione di capitale bancario e il sostegno alla domanda interna”, si legge nel report di Bloomberg intelligence firmato dagli economisti Chang Shu, David Qu ed Eric Zhu.
Oltre 5.300 società quotate in Cina hanno registrato una crescita dell'utile netto nel terzo trimestre del 2024. Secondo quanto indicava venerdì sera l'agenzia cinese Xinhua, 5.368 società quotate sulle Borse cinesi hanno pubblicato i report trimestrali, raggiungendo un profitto netto combinato di 1.520 miliardi di yuan (circa 213,7 mld usd), in aumento del 4,9% su base annua. Nei primi nove mesi dell'anno, queste società hanno investito 1.100 miliardi di yuan in attività di ricerca e sviluppo, con una crescita annua del 3,9%.
Si mette in luce la borsa di Seul, indice KOSPI +1,4%. Il principale partito di opposizione della Corea del Sud, il Partito Democratico, è d'accordo con la proposta del governo di eliminare l'imposta sui redditi da investimenti finanziari, ha dichiarato stanotte il suo leader, Lee Jae-myung. Il PD, la formazione politica che detiene la maggioranza del parlamento sudcoreano, aveva ritardato la decisione sull'imposta sui redditi da investimenti finanziari, il cui inizio era previsto per l'anno prossimo, mentre il partito di governo e il governo avevano spinto per l'eliminazione dell’imposta.
Il mercato finanziario del Giappone è chiuso.
Il petrolio WTI è in rialzo dell’1,5% a 70,7 dollari il barile. I Paesi membri dell'Opec+, tra cui l'Arabia Saudita e la Russia, hanno annunciato nel fine settimana di voler estendere i tagli alla produzione di petrolio fino alla fine di dicembre, rimandando così il previsto incremento dell'output per fare fronte al ribasso dei prezzi. I Paesi “hanno concordato di estendere di un mese i loro ulteriori tagli volontari alla produzione di un totale di 2,2 milioni di barili al giorno”, si legge in una nota dell'Opec+, che riunisce i Paesi membri dell'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio più la Russia e altri alleati. L'Organizzazione aveva intenzione di iniziare una serie di aumenti mensili della produzione aggiungendo 180.000 barili al giorno a partire da dicembre, ma ora manterrà l'offerta ai livelli attuali per tutto il mese. L'Opec+, che aveva già rinviato l'aumento a ottobre, a giugno scorso aveva delineato una tabella di marcia per ripristinare gradualmente, in tranche mensili, 2,2 milioni di barili al giorno di produzione, un livello non più raggiunto negli ultimi due anni.

