Borse dell'Asia in rialzo, Nikkei di Tokyo e Kospi di Seul verso nuovi record

In Europa è sotto osservazione la Francia, non per il clamoroso furto al Louvre ma per il declassamento del debito da parte di S&P Global: sul mercato asiatico, il future dell’OAT è in ribasso.

giappone_websim

Tutte le principali borse dell’Asia Pacifico iniziano la settimana con un rialzo, alcune di queste sono sui massimi storici.

Sembrano rientrate le preoccupazioni sulla qualità del credito erogato dalle banche regionali degli Stati Uniti e si sono raffreddate le tensioni tra Cina e Stati Uniti. Il segretario al Tesoro Scott Bessent dovrebbe essere in Malesia nei prossimi giorni, probabilmente venerdì, per incontrare il vice premier cinese He Lifeng. Nella solita intervista a Fox del fine settimana, il presidente degli Stati Uniti ha rassicurato, con la Cina “va tutto bene”.

In Europa è sotto osservazione la Francia, non per il clamoroso furto al Louvre ma per il declassamento del debito da parte di S&P Global: sul mercato asiatico, il future dell’OAT è in ribasso.

L’oro è poco mosso a 4.270 dollari l’oncia, dal -1,7% di venerdì.

Da oggi a venerdì 24 ottobre (fino alle ore 13), salvo chiusura anticipata, torna il Btp Valore, il Titolo di Stato riservato esclusivamente ai risparmiatori individuali (cosiddetti retail). Durata di 7 anni, cedole trimestrali crescenti nel tempo, secondo un meccanismo "step-up" (3+2+2 anni), e un premio finale extra dello 0,8%.  Le cedole, a salire per i tre scalini, sono le seguenti: 2,60%; 3,10%; 4,00%.

L’indice MSCI Asia Pacific guadagna l’1,6%, un rimbalzo dopo due settimane di ribasso.

Nikkei di Tokyo

Vola verso i massimi della storia la borsa di Tokyo, indice Nikkei +2,7%. Gli ordini di acquisto sono aumentati in seguito alle aspettative che Sanae Takaichi, presidente del Partito Liberal Democratico e sostenitrice di una politica fiscale espansiva, diventi il prossimo primo ministro.
L’LDP e il partito di minoranza Japan Innovation Party dovrebbero firmare nelle prossime ore un accordo di governo.

Lo yen è poco mosso, intorno a 150,7 su dollaro. 

Cina

L’indice Hang Seng di Hong Kong guadagna il 2,4%, l’Hang Seng Tech il 3,2%. Aliababa sale del 5%. Semiconductor Manufacturing del 4%, Baidu del 3,5%.

Nel giorno dell’avvio dei lavori del ventesimo comitato centrale del Partito Comunista Cinese, l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen è in rialzo dello 0,7%.

La Cina segna nel terzo trimestre un Pil in rialzo del +4,8% annuo, in rallentamento rispetto al +5,2% di aprile-giugno a causa delle tensioni commerciali con gli Usa, con la serie di dazi in parte congelati. Nei primi nove mesi dell'anno, in base ai dati diffusi dall'Ufficio nazionale di statistica, l'economia mandarina è cresciuta del +5,2%, mantenendosi in linea con il target dell'intero 2025 di un Pil in aumento "di circa il +5%”. 

Le vendite al dettaglio salgono del +3% annuo a settembre, in calo sul +3,4% di agosto e in rialzo sul +2,9% atteso, ma si portano ai minimi da novembre 2024 a conferma di consumi stagnanti e dei rischi di deflazione.

I dati dell'Ufficio nazionale di statistica segnalano una produzione industriale in allungo a +6,5% annuo, contro il +5,2% di agosto e il +5,0% stimato alla vigilia. Gli investimenti in asset fissi, invece, scivolano a -0,50% nei primi 9 mesi dell'anno, invertendo il +0,50% di gennaio-agosto. La disoccupazione di settembre, infine, scende al 5,2% nelle aree urbane dal 5,3% di agosto.

La borsa di Seul è in rialzo dell’1,5%, sulla via di una chiusura da record. 

India e Stati Uniti: accordo sui dazi vicino 

L’indice BSE Sensex di Mumbai ha aperto in positivo, +0,5%: l’azionario dell’India è indirizzato alla quarta seduta consecutiva di rialzo.

Ci sono progressi concreti nei negoziati commerciali tra Washington e Nuova Delhi, i due paesi puntano a concludere a breve un accordo commerciale che abbassi i dazi punitivi.

Le due parti hanno ridotto le loro divergenze sulle questioni commerciali,  ha dichiarato sabato un funzionario indiano ai giornalisti a Nuova Delhi. Non ci sono più differenze significative tra India e Stati Uniti sulle questioni commerciali, ha affermato la fonte.

Dopo aver imposto all'India dazi del 50% e aver criticato il paese per l'acquisto di petrolio dalla Russia, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ammorbidito la sua retorica nelle ultime settimane e ha parlato con il primo ministro indiano Narendra Modi almeno due volte.


Marino Masotti

Caporedattore