Borse dell'Asia contrastate dopo i conti di Nvidia e le nuove uscite di Trump sui dazi
Nvidia ha chiuso il suo quarto trimestre dell'esercizio fiscale con ricavi pari a 39,3 miliardi di dollari, + 78% rispetto all’anno precedente. Il titolo è arrivato a perdere l'1,40% nel dopoborsa

I risultati e le comunicazioni del trimestre di Nvidia hanno superato le attese, ma anche le dichiarazioni di Trump sui dazi hanno oltrepassato le aspettative: ieri sera il presidente ne ha annunciato altri, all’apparenza nuovi, contro l’Europa, e ha ribadito che quelli su Canada e Messico stanno per essere applicati, anche se poi, sul timing, è stato evasivo.
A Wall Street il Nasdaq è rimbalzato dopo quattro sedute di rialzo, l’S&P500 ha chiuso sulla parità.
Nvidia è arrivata a perdere l'1,4% nel dopoborsa. La società dell'intelligenza artificiale ha chiuso il suo quarto trimestre dell'esercizio fiscale con ricavi pari a 39,3 miliardi di dollari, +78% rispetto all’anno precedente.
In Asia Pacifico, le borse della Cina scendono. L’Hang Seng di Hong Kong, spintosi sui massimi dal 2022 in avvio di seduta, perde lo 0,4%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -0,2%. Indice Taiex di Taipei -1,5%.
Cina
Pechino si prepara a a iniettare almeno 400 miliardi di yuan in alcune grandi banche del paese, la Agricultural Bank of China, nella Bank of Communications e la Postal Savings Bank, lo riporta Bloomberg.
L’intervento statale è parte di un piano più ampio di rafforzamento delle riserve di capitale dei principali istituti di credito statali. Complessivamente, l'iniezione di fondi potrebbe arrivare a un totale di 1.000 miliardi di yuan.
I dazi sulle importazioni dalla Cina potrebbero colpire l'economia americana più di quanto suggeriscano i dati commerciali ufficiali, lo afferma un report della Federal Reserve Bank di New York.
Hunter L. Clark, l’economista autore della nota, afferma che i danni maggiori potrebbero arrivare dalla fine del trattamento favorevole degli importi cosiddetti "de minimis" - ovvero quelli valutati a meno di $800. "Le importazioni statunitensi dalla Cina sono diminuite molto meno di quanto sia stato riportato nelle statistiche ufficiali statunitensi, di conseguenza, l'aumento recente delle tariffe sulla Cina potrebbe avere un impatto maggiore sull'economia statunitense di quanto suggerisca il dato ufficiale sulle quote di importazione dalla Cina.”
La borsa di Tokyo ha girato al rialzo nel finale di seduta, +0,2%. Lo yen si rafforza a 149,2 su dollaro, in prossimità dei massimi da inizio anno.
Sale il tasso di rendimento del bond statale del Giappone a dieci anni, a 1,39%, da 1,35% di ieri. Il vice ministro delle finanze per gli affari internazionali, Atushi Mimura, ha detto stanotte che le crescenti aspettative di un rialzo dei tassi non sono un tema per il suo ufficio. "Non c'è alcuna divergenza con il mio punto di vista", ha dichiarato quel che viene considerato dai media, il guardiano dello yen. L'anno scorso il Giappone ha speso circa 15.000 miliardi di yen (101 miliardi di dollari) per sostenere la valuta. Nel briefing con la stampa a margine della riunione dei ministri del G20 in Sudafrica, Mimura ha anche parlato in modo generico della necessità di vigilare su eventuali movimenti eccessivi dei tassi di cambio.
La borsa di Seul perde l’1%, l’azionario indiano è sulla parità.