Borsa di Tokyo in forte rialzo, Pechino ferma la corsa dello yuan
Indice Nikkei +2%. Lo yen si muove poco e l'asta dei titoli governativi a trent'anni ha attirato la domanda più forte dal 2019, un sollievo per chi temeva tensioni sulle obbligazioni

L’indice MSCI Asia Pacific è in rialzo dello 0,4% grazie alla spinta della borsa di Tokyo, la migliore dell’area all’indomani del settimo rialzo in otto sedute dell’indice S&P500 di Wall Street.
Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,9% grazie alla spinta della finanza e dell’energia. In calo dello 0,2% il Nasdaq, dopo le indicazioni negative sulla diffusione dell’intelligenza artificiale arrivate ieri da indiscrezioni riguardanti Microsoft: la società ha poi replicato al retroscena, negando la ricostruzione della testata media The Information.
Il dollaro si assesta dopo la flessione provocata anche dal debole dato sull’occupazione negli Stati Uniti diffuso ieri pomeriggio. Euro a 1,165, sui massimi delle ultime sette settimane.
Treasury Note a 4,06% sulla scadenza a dieci anni, con il biennale sotto quota 3,50%. In Europa lo spread tra il Bund e il BTP è sceso su nuovi minimi di lunghissimo periodo, a 69 punti base. Spread Italia - Francia a -5 punti base, differenziale mai visto nella storia.
Giappone
Indice Nikkei +2%. Lo yen si muovo poco anche oggi, a 155,3 su dollaro. Sale il tasso di rendimento sul governativo a dieci anni, a 1,91%, nuovo massimo dal 2008.
Scende invece il rendimento del titolo a trent’anni, il più osservato da qualche mese, a 3,38%, dai massimi storici toccati ieri a 3,43%. L'asta su questa scadenza ultra lunga ha attirato la domanda più forte dal 2019, in quanto i rendimenti elevati piacciono agli investitori. Il rapporto domanda/offerta dell'asta del Ministero delle Finanze è salito a 4,04, rispetto a 3,125 nel collocamento precedente di novembre. Il rapporto di copertura è stato anche sopra la media degli ultimi 12 mesi di 3,35. In un altro segno di una solida domanda degli investitori, il tail, o gap tra i prezzi medi e quelli più bassi accettati, era 0,09, rispetto a 0,27 del mese scorso.
Nomura è stato il più grande acquirente delle obbligazioni, un segnale positivo, in quanto indica che gli investitori a lungo termine ci sono.
”È probabile che i risultati sorprendentemente forti siano stati determinati dal fatto che molti investitori hanno considerato accettabile aumentare l'esposizione ai titoli a lungo termine quando i rendimenti superavano il 3,4%', ha dichiarato Ryutaro Kimura, stratega senior delle obbligazioni presso AXA Investment Managers. 'Per i partecipanti al mercato obbligazionario che erano preoccupati per un aumento interminabile dei tassi di interesse, questo risultato ha fornito un certo rassicurazione”.
Il buon esito arriva a poche ore dall’intervento del governatore della banca centrale Kazuo Ueda in parlamento, nell’audizione non sono emersi segnali di un passo indietro rispetto a un aumento dei tassi anticipato qualche mese nel corso di un altro discorso Tuttavia, i trader di JGB stanno valutando le obbligazioni come se ci sarà un aumento del denaro una tantum.
Borse Cina. Indice Hang Seng di Hong Kong +0,2%, CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +0,3%. In calo il Taiex di Taipei, per effetto della debolezza dei tech e del comparto semiconduttori.
Yuan
La valuta diventa sempre più forte nei confronti del dollaro e la Cina non gradisce l’apprezzamento che sta spingendo il cross verso la soglia di sette, da 7,35 di aprile.
Le autorità monetarie hanno fissato il tasso di riferimento giornaliero dello yuan a un livello significativamente più basso rispetto alle stime degli operatori e degli analisti, suggerendo che la banca centrale mira ad attenuare i guadagni della valuta.
La Banca popolare cinese ha fissato il cosiddetto fixing a 7,0733 per dollaro, 164 pip in meno rispetto alla stima media di un sondaggio Bloomberg. Il divario tra il fixing, che limita i movimenti dello yuan onshore del 2% su entrambi i lati, e una previsione sul lato debole è stato il più ampio dal febbraio 2022.
La PBOC sta cercando di orchestrare un aumento calibrato dello yuan che rifletta il sentiment più forte nei confronti degli asset cinesi e un dollaro più debole, ma che mantenga anche il motore delle esportazioni in funzione. Sebbene il rialzo della valuta possa essere un voto di fiducia da parte del capitale di ritorno e dello sgelo delle relazioni con gli Stati Uniti, il movimento potrebbe rappresentare un rischio per gli esportatori della nazione in quanto riduce il vantaggio competitivo dei loro prodotti.
"Ovviamente, la PBOC sta contrastando il momentum di apprezzamento dello yuan", ha affermato Fiona Lim, analista senior del mercato valutario presso Malayan Banking Berhad a Singapore.
G2: Stati Uniti-Cina
Pechino si sente ogni giorno più sicura di potersi affiancare gli Stati Uniti nella leadership del pianeta, la fiducia cresce a Pechino perché Donald Trump si mostra sempre più interessato a consolidare le posizioni a casa propria e nell’ampio cortile di casa che comprende l’America Latina, ma non oltre.
La tesi è esposta in una lungo articolo di analisi del Wall Street Journal firmato dal capo del desk esteri, il giornalista italo ucraino Yaroslav Trofimov.
Wang Huiyao, fondatore e presidente del think tank Center for China and Globalization a Pechino dice a Trofimov che Trump è pragmatico e non vuole disperdere troppe energie su ogni fronte aperto, concentrandosi sulle Americhe e mantenendo buoni rapporti con la Cina, alla Casa Bianca prevedono così di mantenere il dominio negli affari globali per venti o trent’anni.
Donald Trump dà sempre di più l’impressione di essere un venditore di soia per conto degli agricoltori americani che un protettore di Taiwan o delle democrazie, per cui la Cina si sente libera di allargarsi negli ambiti lasciati liberi, in una sorta di coabitazione della leadership mondiale. E’ stato del resto lo stesso presidente degli Stati Uniti a parlare esplicitamente con il suo omologo Xi Ping di G2, un nuovo organismo super ristretto di governo del mondo. L’idea non è nuova e risale addirittura all’inizio del millennio, Barak Obama l’aveva ad un certo punto messa da parte, a favore di un ritorno in grande stile degli Stati Uniti nel suo ruolo di potenza egemonica schierata con i valori della democrazia. Con il ritorno di Trump si torna anche allo schema G2.
La borsa della Corea del Sud è in calo dello 0,8%. Gli investitori globali hanno venduto un netto di 304,42 milioni di dollari di azioni dell’indice Kospi giovedì, secondo i dati di borsa.
India
Indice BSE Sensex di Mumbai +0,3%, mentre la rupia indiana continua nella discesa rispetto al dollaro, un elemento che rende ancora più complicato il lavoro alla banca centrale. Il cross è sui minimi della storia.
Il consensus degli economisti di Bloomberg si aspetta che la Reserve Bank of India taglia i tassi di un quarto di punto a 5,25%, dato che l’inflazione visti poche volte così in basso nella storia della più grande democrazia del mondo.
La svalutazione della rupia però, insieme alla forza della crescita economica, potrebbe spingere i membri del board a soprassedere.
