UNICREDIT - Vent'anni dopo HVB, riscopre la Germania
Unicredit compra il 4,5% di Commerzbank dallo stato tedesco e diventare il secondo socio: l'FT dice che i vertici di Francoforte sono pronti a discutere di un'aggregazione

Unicredit è in lieve rialzo a 36,7 euro nel giorno dell’annuncio dell’acquisto del 4,5% di Commerzbank dallo Stato tedesco, quota che porta il totale posseduto al 9%. A Francoforte invece, il titolo della quarta banca della Germania guadagna il 18% sull’aspettativa che la scalata possa continuare.
In effetti, nel comunicato diffuso stamattina, questa ipotesi resta aperta: “UniCredit presenterà alle autorità competenti, se e quando necessario, le istanze autorizzative per poter eventualmente superare la soglia di partecipazione del 9,9%”.
A suffragare la possibilità di un’aggregazione tra Italia e Germania è anche la conferma dell’uscita di scena, alla fine dell’anno prossimo, dell’amministratore delegato Manfred Knof. Comunicando proprio ieri in via ufficiale quel che da qualche tempo era solo una diceria, sembra essere la stessa Commerzbank ad affermare implicitamente che non c’è un percorso strategico in autonomia e che i vertici di oggi, probabilmente, lasceranno il posto a chi comanderà domani.
Il Financial Times scrive stamattina che i vertici di Commerzbank sono pronti a discutere di un’aggregazione. Il governo tedesco invece, frena e fa sapere di non aver preso decisioni sul tema, lo ha detto il ministero delle Finanze tedesco stamattina.
A seguito della vendita, è previsto un periodo di lock-up di 90 giorni.
Unicredit aveva da un po’ di tempo la testa in Germania, paese che vale un quinto del suo utile operativo: Bloomberg ha scritto di recente che il ceo Andrea Orcel ha studiato a lungo il dossier Commerzbank, preda interessante per ragioni geografiche, ma soprattutto valutative. Unicredit ha pagato per il 4,5% di Commerzbank un multiplo di 0,6 volte il Tangible Equity 2025 (TE): il titolo è salito del 135% negli ultimi tre anni, ma secondo quel che circola nelle sale operative, è ancora relativamente cheap.
Unicredit tratta invece a circa una volta il Tangible Book dopo che il titolo si è ben più che triplicato in tre anni. La differenza tra i multipli è giustificata dai differenti livelli di redditività, uno più del doppio dell’altro, oltre che da prospettive meno brillanti per la tedesca, molto più esposta di quella italiana, all’andamento dei tassi d’interesse.
La banca con sede a Piazza Gae Ulenti, a Milano, è diventata il secondo socio di Commerzbank, dopo lo stato che ha l’11%, con una spesa modesta (700 milioni di euro) e una ricaduta minima sui coefficienti patrimoniali (15 punti base a livello di Common Equity Tier 1).
Vista la differenza nei fondamentali, in futuro, Orcel avrebbe quindi l’interesse a usare il più possibile la sua carta, nel caso dovesse pensare ad un’offerta. Intermonte ipotizza stamattina che l'eventuale offerta per il restante 90% del capitale, possa essere solo in carta, una via che permetterebbe di salvaguardare la solidità patrimoniale
Secondo Equita, se Unicredit dovesse presentare un’offerta metà in contante e metà in carta, con un premio del 25%, otterrebbe un incremento superiore al 15% dell’utile per azione, senza penalizzare la politica di remunerazione dei soci.
analista invece, la via dell’integrazione transfrontaliera è troppo complessa e le sinergie molto incerte, per cui, Orcel potrebbe pensare a fondere Commerzbank con le attività in Germania, la vecchia HVB acquisita nel 2005. Le barricate contro gli italiani sono già state alzate: "Faremo tutto il possibile per impedirlo. Ci opporremo" ha detto il membro del consiglio di sorveglianza stefan Wittmann a Reuters.