La carta nelle mani di Orcel è la carta Unicredit
Il mercato non sembra temere spese esagerate, anche per questo, il titolo si avvia a chiudere la settimana con un rialzo del 2%. Da prima dell’annuncio del'operazione Commerzbank, il guadagno è 4%

Unicredit ha otto miliardi di euro di capitale in eccesso a disposizione per mettersi in movimento in Germania e giocare d’anticipo sulla fine dell’età dell’oro dei tassi alti, ma il Ceo Andrea Orcel farà probabilmente di tutto per non usarli, o perlomeno per usarne il meno possibile.
Il mercato non sembra temere spese esagerate, anche per questo, il titolo si avvia a chiudere la settimana con un rialzo del +2%.
Dal prezzo di chiusura di martedì sera, prima dell’annuncio della presenza nel capitale di Commerzbank, il guadagno è del 4%.
Orcel sa bene che la sua carta vale molto e infatti, ha detto svariate volte agli analisti che in caso di acquisizioni, la via dello scambio azionario è la preferita.
Secondo Fabrizio Bernardi, l’analista di Intermonte che copre le banche, l’ipotesi più conveniente per Unicredit sarebbe quella di dare la propria carta, valutata dal mercato una volta il patrimonio tangibile, per ottenere carta tedesca valutata circa la metà. In questo modo, sarebbe salvaguardato il tesoretto e non si andrebbe a intaccare i coefficienti patrimoniali, per ora soltanto leggermente erosi dai 700 milioni sborsati per il primo passo in Germania.
Unicredit ha intenzione di continuare a mettere i soci al primo posto: dopo aver distribuito 5,3 miliardi di euro, tra dividendo e buyback, nel 2023 e 8,6 miliardi nel 2024, “dal 2024 la nuova politica di distribuzione ordinaria del Gruppo introduce un pagamento totale delle distribuzioni pari ad almeno il 90% dell'utile netto e un approccio di distribuzione provvisoria ipotizzato pari a circa il 40% delle distribuzioni totali dell'intero anno, sotto forma sia di acconti sui dividendi che di quote di acconto riacquistare”, si legge sul sito.
Da quando è arrivato nel quartier generale di Piazza Gae Aulenti a Milano, Orcel ha tenuto questa linea: i risultati, sarà per suo merito, sarà perché i tassi d’interesse gli hanno dato una mano, si sono visti, soprattutto in borsa: dal suo insediamento, ad aprile 2021, il valore è moltiplicato per sette.
L’ex banchiere di Merriil Lynch vorrebbe probabilmente regolare la partita Commerzbank in carta, ma non è detto che il governo, primo socio con poco meno del 12% accetti di rimanere nel capitale, anche in via temporanea.
“Penso che anche Orcel non gradirebbe lo Stato tedesco nel capitale”, ha detto oggi Bernardi nel corso di una call con clienti internazionali.
Per superare un eventuale stallo, la parte in carta dell’offerta, potrebbe ridursi dal 90% al 40-50% senza che la razionalità dell’operazione cambi. Per Unicredit non sarebbe una tragedia, la società ha parecchie risorse a disposizione. Secondo i calcoli di Bernardi, in questi ultimi due anni, la banca ha potuto distribuire miliardi di euro ai soci contando solo sul flusso di cassa ordinario, senza toccare le riserve.
L’espansione in Germania s'ha da fare perché ha senso industriale e non presenta i problemi delle aggregazioni estero - estero. Unicredit è già, almeno in parte, una banca tedesca, “di fatto è una fusione domestica in Germania”, ha aggiunto l’analista.
Le sinergie, per lo più sui costi, potrebbero valere circa un decimo della base costi operativi di Commerzbank, parecchio più alta della vecchia HVB. Lo spazio per il taglio costi è in teoria ampio, nella pratica ci sono i sindacati, già scesi sul piede di guerra in quanto sospettano una fusione e uno sfoltimento dei ranghi. L’opposizione dei lavoratori è un problema risolvibile, ma il rischio di allungare i tempi dell’operazione esiste.
La partita sembra essere solo all’inizio e Orcel, nell’intervista data ieri a Bloomberg TV, sembra conscio che è il momento di temporeggiare. La prima mossa è stata la sua e ora può permettersi di stare a guardare cosa succede. L’epilogo, per il mercato, è già scritto: l’arrivo di un’offerta. Commerzbank è il 22% sopra i prezzi pre-annuncio di martedì sera.