UNICREDIT +4% Dichiarazioni del CEO

FATTO
Unicredit accelera in rialzo del 4%.
Ieri il CEO, Orcel, partecipando ad un evento finanziario ha evidenziato i seguenti punti:
i) Russia - UCG sta attentamente monitorando l’evoluzione della situazione in Russia e il CEO non esclude la possibilità di uscire da tale regione. Riguardo all’attuale esposizione, i dettagli forniti sono in linea con le precedenti comunicazioni: l’esposizione netta totale è pari a 7.5 mld, di cui 1.9 mld di equity (al netto hedging) attraverso la controllata, 4.5 mld di esposizione cross-border e 1 mld di perdita massima su esposizione in derivati. Nello scenario peggiore (worst case) il CET1 ratio è atteso attestarsi poco sopra il 13% (impatto complessivo pari a 200 bp);
ii) remunerazione - il CEO ha reiterato la volontà di pagare il dividendo cash (1.2 mld), mentre per quanto riguarda il piano di riacquisto di azioni (2.6 mld) dipenderà da impatto finale esposizione verso la Russia. Nel caso UCG recuperasse il 50% dell’attuale esposizione verso la Russia, il buyback sarebbe eseguito secondo i piani (impatto sul CET1 ratio ~80-100 bp);
iii) M&A - nel piano industriale UCG aveva lasciato 4.5 mld di eccesso di capitale che poteva essere utilizzato per completare operazioni di M&A, senza intaccare la distribuzione di capitale promessa. Considerando il possibile impatto dalla situazione russa, tuttavia, tale eccesso si è potenzialmente azzerato. Per questo motivo, il CEO, pur confermando la volontà della banca di guardare ad ogni potenziale deal, ha sottolineato come l’asticella per operazioni di M&A si sia decisamente alzata;
iv) andamento 1Q 2022 - i primi due mesi dell’anno sono stati positivi con risultati in linea o superiori rispetto al piano. Anche guardando al costo del rischio, non vi sono stati particolari shock. Tuttavia, il CEO ha sottolineato come l’attuale scenario macroeconomico sia cambiato rispetto a quello ipotizzato nel piano e porterà a impatti rilevanti a seconda delle geografie (Germania tra le aree più impattate da attuale crisi energetica, umanitaria (rifugiati) e materie prime quali il grano).
EFFETTO
Sottolineiamo come dal 23 febbraio, UCG abbia perso 10 mld di market cap, un valore superiore alla perdita massima nello scenario più avverso in Russia.
Per quanto riguarda la remunerazione degli azionisti, riteniamo che l’attuale scenario di incertezza riduca la visibilità sul programma di buyback; tuttavia, nelle nostre stime abbiamo mantenuto invariate le nostre assunzioni di remunerazione degli azionisti (dividendi + buyback) in quanto riteniamo che l’attuale posizione di capitale, la diversificazione del rischio e gli accantonamenti prudenziali fatti nel 2020 (overlays) consentano a UCG di poter gestire gli impatti diretti ed indiretti riconducibili alla sua esposizione in Russia. Le nostre assunzioni sulla politica di remunerazione sono state avvallate dalle dichiarazioni del presidente del SSM (vedi notizia banking sector) che ha definito “gestibili” per le banche europee gli impatti derivanti dall’esposizione verso la Russia.
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