TPS - Il presidente a Websim, "la crescita c'è, ora il salto dimensionale"
Alessandro Rosso chiarisce "siamo alla ricerca di soggetti industriali di qualità con dimensioni e organizzazioni non più sufficienti a reggere lo sforzo e l’innovazione che il mercato dei servizi tecnici per le aziende manifatturiere in questo momento impone"

A pochi giorni dalle comunicazioni del semestre, periodo del ritorno della società che realizza servizi complessi per l’industria dell’aeronautica e dell’automotive, sulla via dell’espansione, il presidente di TPS , Alessandro Rosso, conferma a Websim.it la volontà di perseguire il salto dimensionale attraverso crescita organica e acquisizioni: "La strategia non è quella di aggiungere semplicemente pezzi di fatturato, noi siamo alla ricerca di soggetti industriali di qualità con dimensioni e organizzazioni non più sufficienti a reggere lo sforzo e l’innovazione che il mercato dei servizi tecnici per le aziende manifatturiere in questo momento impone, ci interessano solo aziende solide in grado di creare insieme a noi qualcosa di nuovo in termini di soluzioni industriali ed organizzative".
A sostenere il progetto di sviluppo ci sono la significativa disponibilità di cassa, "ed una capacità di raccolta di capitali ancora non sfruttata che ci permette pensare relativamente in grande: possiamo cioè prendere in considerazione anche operazioni importanti e siamo aperti a sfruttare le opportunità fornite dal mercato finanziario", aggiunge Rosso.
Anche se nella nota della semestrale si parla di "incertezze relative a come si riposizioneranno alcuni settori industriali quali in particolare quello automotive", TPS ha chiuso la prima parte dell’anno con una importante generazione di cassa operativa: il Flusso Finanziario della Gestione Reddituale è stato pari a 5,8 milioni di euro, a fronte di un EBITDA in forte miglioramento a 4 milioni di euro. I ricavi sono stati pari a 17,7 milioni di euro. L’EBITDA margin è rimbalzato al 22,5% dal 16,6% al 30 giugno 2020. Banca Profilo si aspetta per il 2021 36,4 milioni di euro di ricavi, in crescita anche rispetto al 2019, con un utile operativo di 4,4 milioni di euro, un po’ meglio del risultato di due anni fa.
I conti del semestre sono piaciuti, il titolo, oggi intorno a 6 euro, dalla pubblicazione ha guadagnato circa il 25%, portandosi su livelli mai visti dalla quotazione: l’IPO è stato nel marzo 2017 a 3,2 euro. Gli analisti di Banca Profilo, in un report precedente i dati sulla prima parte del 2021, avevano come target price 7 euro.
In un contesto di mercato che nella nota semestrale viene descritto come ancora penalizzato da incertezze, TPS guarda comunque avanti, anche perché la crisi delle forniture che affligge alcuni dei clienti, dice Rosso, non ha in questo momento impatti diretti sulle attività progettuali.
Preoccupa di più, ma questo è un tema rilevante per tutta la manifattura italiana più sofisticata, la difficoltà nel reperire risorse ad alta specializzazione. Nel caso di TPS non si tratta di una crisi vera e propria, come per altre aziende del settore, tra i 500 dipendenti della società con sede a Gallarate il turnover è basso, spiega il manager. L’azienda sta per altro lavorando a iniziative in grado di attrarre talenti in grado di rafforzare ulteriormente le competenze richieste dalla transizione al digitale, un tema, conclude Rosso, sul quale l’azienda è stata tra le prime a muoversi più di dieci anni fa. Il core business di TPS è proprio la fornitura di soluzioni informatiche e organizzative in grado di affiancarsi e migliorare processi industriali tradizionali.
www.websim.it
A sostenere il progetto di sviluppo ci sono la significativa disponibilità di cassa, "ed una capacità di raccolta di capitali ancora non sfruttata che ci permette pensare relativamente in grande: possiamo cioè prendere in considerazione anche operazioni importanti e siamo aperti a sfruttare le opportunità fornite dal mercato finanziario", aggiunge Rosso.
Anche se nella nota della semestrale si parla di "incertezze relative a come si riposizioneranno alcuni settori industriali quali in particolare quello automotive", TPS ha chiuso la prima parte dell’anno con una importante generazione di cassa operativa: il Flusso Finanziario della Gestione Reddituale è stato pari a 5,8 milioni di euro, a fronte di un EBITDA in forte miglioramento a 4 milioni di euro. I ricavi sono stati pari a 17,7 milioni di euro. L’EBITDA margin è rimbalzato al 22,5% dal 16,6% al 30 giugno 2020. Banca Profilo si aspetta per il 2021 36,4 milioni di euro di ricavi, in crescita anche rispetto al 2019, con un utile operativo di 4,4 milioni di euro, un po’ meglio del risultato di due anni fa.
I conti del semestre sono piaciuti, il titolo, oggi intorno a 6 euro, dalla pubblicazione ha guadagnato circa il 25%, portandosi su livelli mai visti dalla quotazione: l’IPO è stato nel marzo 2017 a 3,2 euro. Gli analisti di Banca Profilo, in un report precedente i dati sulla prima parte del 2021, avevano come target price 7 euro.
In un contesto di mercato che nella nota semestrale viene descritto come ancora penalizzato da incertezze, TPS guarda comunque avanti, anche perché la crisi delle forniture che affligge alcuni dei clienti, dice Rosso, non ha in questo momento impatti diretti sulle attività progettuali.
Preoccupa di più, ma questo è un tema rilevante per tutta la manifattura italiana più sofisticata, la difficoltà nel reperire risorse ad alta specializzazione. Nel caso di TPS non si tratta di una crisi vera e propria, come per altre aziende del settore, tra i 500 dipendenti della società con sede a Gallarate il turnover è basso, spiega il manager. L’azienda sta per altro lavorando a iniziative in grado di attrarre talenti in grado di rafforzare ulteriormente le competenze richieste dalla transizione al digitale, un tema, conclude Rosso, sul quale l’azienda è stata tra le prime a muoversi più di dieci anni fa. Il core business di TPS è proprio la fornitura di soluzioni informatiche e organizzative in grado di affiancarsi e migliorare processi industriali tradizionali.
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